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Quando conosci Minnie… Alla scoperta di Disneyland

minnie-lanvin-crdit-disneylandparisIeri vi ho lasciato un post un po enigmatico ma credo che l’avrete capito tutti dove sono stata… insomma, ero a parigi, vi ho messo mezza testa di topolino come indizio, anche il più distratto avrebbe capito che me ne sono andata a fare un giro a EuroDisney…

Disneyland tutti lo conosciamo, questo mondo fantastico, questo  luogo dove tutti, grandi e piccini, si sentono immersi nella fantasia e nell’imaginazione e circondati dalla magia che il signor Walt ha saputo inventare…

E proprio perché tutti conoscono Disneyland, io ho deciso di andare un po controcorrente, e di parlarvi di del dietro le quinte, di quello che ancora non sapete, di tutto quello che avreste sempre voluto chiedere ma che non avete mai osato domandare.

Disney, il dietro le quinte…

E questo grazie alla mia conoscenza ormai pluriennale con Minnie, (da qui la lettura é sconsigliata ai bambini) o per lo meno con una Minnie.

E, cominciando dalle persone che lavorano per Disney, proprio come la mia Minnie personale, vi diro che il parco d’attrazioni più grande e importante d’Europa offre lavoro a

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più di 14MILA posti di lavoro, tra coloro che lavorano direttamente nel parco (guide, camerieri, cuochi, personaggi, ballerini, animatori, customer service, e chi più ne ha più ne metta) e coloro che lavorano per il parco ma dall’esterno, quello che fornisce le lampadine per esempio, ma anche tutti quelli che lavorano nella fantastica e reale Disneyland…

Eh si, perché a Parigi esiste una vera e propria cittadina appartenenete a Disney dove sembra di vivere in una realtà parallela.

Questo posto dall’aria un po americana e che sembra davvero  un set di un film é in realtà un villaggio magnifico ma reale, con bellissimi palazzi, giardini puliti, e commerci variopinti, centri commerciali e perfino un cinema.

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E cammiando per le strade di questo paesino a meno di due chilometri dal parco d’attrazione si sente e si respira la mano e lo stile di Disney… e sapete perché? Perché é Disney, tutti i terreni appartengono ai proprietari di Mickey, ed é probabilmente Topolino stesso che da il permesso di costruire sul suo suolo.

Un luogo dove vivere e lavorare stando fuori dal tempo, come in quei film tipo “L’uomo creo’  la donna” e “Il prigioniero”, quei posti in cui ti guardi intorno e non puoi non pensare che sia tutto finto, costruito ad hoc per un film di fantascienza, e poi scopri che é vero e che non puoi piu tirartene fuori. MA anche questo fa parte della magia Disney,no?

E poi, un’altra cosa di cui volevo parlarvi é questo soggetto che fino a poco fa era tabù ma che ormai é stato già discusso su molti blog francesi prima del mio, e che é perfino passato alla televisione da queste parti, proprio qualche settimana fa…

I 1001 segreti di Disneyland Paris… hidden_mickey5

Allora, io di segreti non ne conosco esattamente MILLE-E-UNO … ma qualcuno lo so e ho deciso di condividerlo con voi in una serie di nuovi post che cominciano oggi.

Questi segreti li conoscevo prima di arrivare al parco Disney per la mia terza esperienza alle prese con Topolino, Pippi e Paperino. ben prima di averne parlato con Minnie questo fine settimana, perché come dicevo la tv francese ne ha fatto un documentario poco fa ma pare che in Italia questo non sia ancora noto per cui eccovi qualche anteprima…

Premetto che questi ” segreti” non toglieranno nulla alla magia Disney, anzi, al massimo io credo che ne aggiungano di magia, di mistero e di voglia di tornarci, con gli occhi di un adulto e vedere tutte queste cose con i vostri occhi.

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Allora, lo sapevate che all’interno del parco ci sono decine di teste di Topolino nascoste ovunque? Sono le Hidden Mickey che fanno tanto parlare i più grandi fan della banda di Topolino.

Ce ne sono ovunque nel parco, più o meno visibili, certi sono facili da trovare anche da soli, ad occhio nudo ma per altri ci vuole una guida che ve li mostri personalmente, e per me vale la pena di tornare a Disney anche solo per questo, una caccia al tesoro a regola d’arte immersi nella magia.

Inoltre non sono ci sono solo dei Mickey nascosti in ogni parco ma ce ne sono anche in tutti i film d’animazione a partire dal Re Leone alla Sirenetta fino ai lungometraggi più recenti.

Chi di voi ne ha già visti? Chi ne ha trovato qualcuno? Se vi va di partecipare alla caccia al Topolino non esitate a mandarmi delle foto o a scrivere nei commenti dove le avete viste, io sono davvero curiosa.

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Mireille Dumas, giornalista francese, ha realizzato un reportage su tutto il dietro le quinte del parco. Per chi capisce il francese vi lascio il link del documentario, più di un’ora e mezza di segreti, scoperte e informazioni esclusive sulla magia Disney.

https://www.youtube.com/watch?v=W5sNXQIG70c

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Il parco permette, grazie a una particolare attenzione ai dettagli di immergersi per uno o più giorni, in un mondo senza tempo, creato ad hoc per rendervi felici, farvi tornare bambini e farvi vivere in un sogno incantato per qualche ora.

Più di 100 nazionalità e 20 lingue parlate per tutti i dipendenti di Disneyland, un mondo più complesso di quello mostrato al pubblico, un mondo di perfezione, attenzione ai dettagli e sorrisi accoglie un pubblico sempre più numeroso.

Gli hotel hanno più di 2000 camere, i dependenti sono migliaia e le attrazzioni sono in continuo aumento e tutto funziona, un po per magia, in modo perfettamente sincronizzato, Disney offre tutto quello che cercate anche una volta adulti.

I “clienti”, il pubblico insomma, lascia il cervello fuori dai cancelli del parco come ha ironicamente detto la mia Minnie personale, tutti, proprio tutti dimenticano la loro vita, i loro problemi e cadono immancambilmente in una spirale di musica e felicità, in un mondo incantato e vivono, anche se per poche ore in un mondo senza problemi ne drammi.

Per quelli che invece lavorano all’interno della grande azienda Disney la vita un po irrreale li segue anche fuori dal parco, il loro lavoro, i loro costumi, le loro case, tutto é Disney. Per questo motivo sono pochi coloro che resistono per più di 5 anni nel parco.

Ad un certo punto ci si sente intrappolati in una bolla, lontani dalla realtà della vita vera e si va a cercare un lavoro altrove.

Quello che pero’ succede spesso é che una volta visto il mondo fuori da Disney si vuole tornare nel parco, lavorarci di nuovo, perché nulla vale la magia che il signor Walt ha saputo abilmente creare, altro che Merlino, Gandal o David Copperfild, Mister Diney, é il vero mago dei nostri tempi, un uomo che dal nulla ha saputo immaginare e costruire un sogno,diventato ormai una tradizione, che coinvogle donne e uomini di ogni età.

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E per questo primo post su Disneyland Paris é tutto, spero che questi piccoli segreti vi siano piaciuti, e appuntamento alla prossima settimana per il seguito delle avventure di Topolino & CO.

Fiere e Expo? PRECAUZIONI PER L’USO!

“Foire international aux fromages et aux vins français.”

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Vi dico fin da subito che il risultato della mia spedizione alla scopera dell’enogastronomia francese é un gran mal di piedi, un mal di gola allucinante, la testa che ronza e qualche liena di febbre.

Allora questa fiera, mi é piaciuta?

Direi che é una delle fiere più complete e interessanti alla quali io abbia mai potuto partecipare, una delle meglio roganizzate (a parte alcuni piccoli dettagli di cui vi parlero’ in seuito) e anche una delle più grandi a parte forse l’expo universale di Lisbona del 1998…

Oltre 350 espositori, per un numero minimo di 700 artigiani, viticoltori e produttori si sono riuniti per QUATTRO GIORNI all’insegna dell’enogastronomia francese.

La fiera proponeva svariate degustazioni, più di quante uno stomaco umano potesse realmente sopportare, corsi di cucina e anche qualche dimostrazione dal vivo su come creare un piatto piuttosto che un altro a partire dai prodotti esposti (sopprattuto, come lo dice il nome della fiera, vini e formaggi).

L’esagono (la Francia insomma) offre davvero un numero spropositato di formaggi differenti e ogni produttore partecipava ad una competizione per essere eletto miglio produttore di formaggio della nazione.

Insomma fino a qui tutto bello ed interessante, nulla di particolarmente inaspettato anche se ho comunque potuto scoprire molti prodotti a me ignoti fino a ieri e rivalutare altri prodotti che avevo sottostimato negli ultimi tempi.

Il problema qual’era allora? Per prima cosa il posto in cui si situava la manifestazione, completamente sprovvisto di parcheggi, male indicato nonostante in centro a Parigi ci fossero cartelloni ovunque e poster della fiera, più ci si avvicinava al luogo più le indicazioni diminuivano fino alla completa disparizione.

Un altro punto un po cosi cosa, che mi ha fatto un po ainnervosire era la disposizione degli stand, cosi vicini tra loro da non permettere una buona circolazione in tutto il salone dell’esposizione e quindi l’irrimediabile crearsi di ingorghi umani, calore e nervosismo generale.

Per attennuare questo stress offrivano pero’ degustazioni non stop di almeno un centinaio di vini differenti, e mentre io mi ci recavo un po per passione e un po per lavoro ed ho bevuto un gran poco, sono spesso finita naso a naso con gente particolarmente ubriaca e molesta.

L’expo resta comuqnue molto interessante e ho potuto fare incetta di prodotti davvero particolari, ma vi offro un consiglio, libero e gratuito: non cercate di andarci con i tacchi, perché mentre cercate di apparire belli ed eleganti i vostri piedi inizieranno a ricorcarvi che se loro non sono comodi non si va da nessuna parte e tornerete a casa doloranti per niente.

Ed un ultimo consiglio, quello di fissarvi un budget di spesa, prima di arrivare alla fiera, per non cedere alla tentazione dei numerosi artigiani, cosi appassionati per i loro prodotti e, spesso bravi commerciali. Potreste ritrovarvi, come uno dei miei accompagnatori, con circa 200 euro di vini e formaggi in una borsina di plastica senza sapere nemmeno perché li avete comprati.

Un voto? Se devo comparare questa fiera, e quella recentemente visitata in Italia (Golositalia) penso che vinca la Francia, anche se di poco, ma forse, dico cosi solo perché ieri a Parigi mi hanno fatto davvero girare la testa, con i loro stend colorati, i loro prodotti incredibili e i vari omaggi con cui tutti siamo tornati a casa…

Da rifare, l’anno prossimo per la 48esima edizione, con scarpe da ginnastica, una borsa più capiente e una sciarpa perché non si sa come ma c’é stato un problema con l’aria condizionata e nella fiera faceva un freddo incredibile e io ovviamente sono tornata a casa malata!

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Parigi, stiamo arrivando …

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Eccoci, in partenza per

Parigi!

Spero già questa sera di potervi raccontare di qualche bellezza della capitale o informare su qualche nuona stranezza culinaria (chissà se avremo internet???) e mi preparo mentalmente alla fiera enogastronomica che visitero’ sabato sperando di non perdermi tra vini e formaggi francesi.

Per ora vi auguro un buonissimo fine settimana e noi ci ritroviamo più tardi!!!

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Parigi, stiamo arrivando …

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Eccoci, in partenza per

Parigi!

Spero già questa sera di potervi raccontare di qualche bellezza della capitale o informare su qualche nuona stranezza culinaria (chissà se avremo internet???) e mi preparo mentalmente alla fiera enogastronomica che visitero’ sabato sperando di non perdermi tra vini e formaggi francesi.

Per ora vi auguro un buonissimo fine settimana e noi ci ritroviamo più tardi!!!

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Il momento giusto …

"La scelta è un atto volontario, razionale o impulsivo, che avviene nel momento in cui si presentano più alternative possibili delle quali assumendone una, piuttosto che un'altraa, si può tradurre il giudizio in una successiva e conseguente azione."
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Per tutto c’é un momento giusto, un buon momento, l’istante perfetto per fare una cosa piuttosto che un’altra …

La mia vita, neglu ultimi anni é stata piena di questi momenti, momenti buoni e cattivi, momenti in cui una scelta mi ha portato in un posto piuttosto che in un altro… E non sempre, devo dire, ho azzeccato la scelta.

Ho fatto un giro assurdo, spesso, per arrivare ad un obiettivo che avrei probabilmente raggiunto più in fretta facendo scelte diverse.

Fossi rimasta in Italia, sarei probabilmente giornalista già da due o tre anni, ma io no, ho scelto di partire, di fare il giro lungo, di uscire dal sentiero tracciato, e questa scelta mi ha portato a fare esperienze incredibili che altrimenti non avrei mai fatto, ma mi ha portato anche lontano dalla famiglia, dagli amici e da una certa stabilità di cui sento spesso la mancanza e il bisogno…

Ora che momento é?

Molte nuove scelte si presentano davanti a me, una accanto all’altra e le immagino come molte diverse finestre da cui sbirciare il futuro, crescendo ho iniziato a riflettere sulla conseguenza di certe azioni che ho preso ormai 7 anni fa.

A 20 anni sono partita per l’erasmus, e orami questo tutti lo sapete e da li é stato un concatenarsi di scelte giuste e sbagliate che mi hanno portato ad arrivare dopo vari tour straordinari, qui a Nancy dove mi trovo ora.

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Università? Non università? Celibato? Vita di coppia? Fare amicizie o tenere le distanze? Ricominciare tutto da zero o restre attaccati a vecchi strascichi di vita? Ho vissuto fino ad oggi di impulso, di sensazioni, di emozioni e seguendo solo i miei sogni.

E non ho nessun ripensamento, non rinnego nulla e sempre sulla stessa linea di pensiero ora mi sono trovata da qualche mese a dover scegliere ancora qualcosa di nuovo, per qualche tempo mi é stato proposto di tenere un corso speciale di cucina italiana a New York e ci ho riflettuto, per la prima volta ho pensato realmente a cosa sarebbe stato il seguito di questa nuova avventura e non mi sento di intraprenderla, non sono ancora pronta, a livello culinario e mentale a tenere una classe di cucina, in america, mi piace insegnare ai bimbi, ma non agli adulti, per lo meno non ancora. Questa scelta é quindi fatta, niente sogno Americano, per lo meno non per ora.

E allora che scelta ho preso?

Dove andro’ a vivere a settembre?

Dove mi porterà questa nuova scelta che, fra l’altro, per la prima volta non ho preso da sola?

E cosi, mentre preparo le vaglie per questi qualche giorno a Parigi, preparo anche i primi scatoloni da inviare nel luogo del mistero.

Se vi interessa sapere dove finirà Pomponette, cosa ci riserva il 2014 a me e al blog restate connessi!!!

Eloge de l’éphémère, stranezze a Nancy

PicsArt_1396690458612La settimana scorsa abbiamo cambiato l’ora, con le solite conseguenze su tutti, qualche difficiltà ad adattarsi ai nuovi orari, un po di stanchezza in più e qualche salto d’umore.

Ma i francesi non sono stupidi, o per lo meno non sempre, ed ecco cosa hanno pensato qui a Nancy per risollevare gli spiriti.

Dal 30 marzo per una settimana la piazza principale della città, Place Stanislas, é stata invasa da decine di letti con tanto di piumoni e cuscini.

E quest’opera d’arte, questo progetto bizzarro, questi letti insomma erano liberi di essere utlizzati da tutti, ogni mattina i letti erano rifatti, le federe e i lenzuoli cambiati.

La notte questi letti potevano essere utilizzati dai più poveri della città che, anche se solo per qualche tempo hanno avuto coperte calde e pulite in cui rifugiarsi, e al mattino, tra le nuove lenzuola cambiate di fresco si vedeva ogni genere d’uomo usufruire dei comodi materassoni.

Uomini in giacca e cravatta si sedevano sul bordo del letto, si toglievano le scarpe, e di colpo era come se ci si trovasse nelle loro case, e loro, cosi impunemente osservate dai clienti dei bar intorno, si sdraiavano sul letto e facevano un sonnellino.

Donne in dolce attesa riposavano tra le coperte candide, amici si sedevano a prendere l’aperitivo come ad un pigiama party. E l’iniziativa ha velocemente fatto il giro della città.

E la cosa più assurda é il rispetto che i cittadini hanno portato al tutto, nessuno ha rubato le coperte nel cuore della notte (come si sarebbe probabilmente fatto dalle nostre parti),donne e uomini senza fissa dimora han potuto dormire al caldo senza essere allontanati dalle autorità e ogni mattino tutto ricominciava da zero e nuova gente poteva approfittare di questi letti semplici ma confortevoli, prendersi una pausa dalla vita lavorativa, vivere ad un ritmo diverso.

Nancy per una volta ha avuto una buona iniziativa, semplice e divertente per i suoi abitanti.

Un’elogio all’effimero che mi é particolarmente piaciuto.

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Eloge de l’éphémère, stranezze a Nancy

PicsArt_1396690458612La settimana scorsa abbiamo cambiato l’ora, con le solite conseguenze su tutti, qualche difficiltà ad adattarsi ai nuovi orari, un po di stanchezza in più e qualche salto d’umore.

Ma i francesi non sono stupidi, o per lo meno non sempre, ed ecco cosa hanno pensato qui a Nancy per risollevare gli spiriti.

Dal 30 marzo per una settimana la piazza principale della città, Place Stanislas, é stata invasa da decine di letti con tanto di piumoni e cuscini.

E quest’opera d’arte, questo progetto bizzarro, questi letti insomma erano liberi di essere utlizzati da tutti, ogni mattina i letti erano rifatti, le federe e i lenzuoli cambiati.

La notte questi letti potevano essere utilizzati dai più poveri della città che, anche se solo per qualche tempo hanno avuto coperte calde e pulite in cui rifugiarsi, e al mattino, tra le nuove lenzuola cambiate di fresco si vedeva ogni genere d’uomo usufruire dei comodi materassoni.

Uomini in giacca e cravatta si sedevano sul bordo del letto, si toglievano le scarpe, e di colpo era come se ci si trovasse nelle loro case, e loro, cosi impunemente osservate dai clienti dei bar intorno, si sdraiavano sul letto e facevano un sonnellino.

Donne in dolce attesa riposavano tra le coperte candide, amici si sedevano a prendere l’aperitivo come ad un pigiama party. E l’iniziativa ha velocemente fatto il giro della città.

E la cosa più assurda é il rispetto che i cittadini hanno portato al tutto, nessuno ha rubato le coperte nel cuore della notte (come si sarebbe probabilmente fatto dalle nostre parti),donne e uomini senza fissa dimora han potuto dormire al caldo senza essere allontanati dalle autorità e ogni mattino tutto ricominciava da zero e nuova gente poteva approfittare di questi letti semplici ma confortevoli, prendersi una pausa dalla vita lavorativa, vivere ad un ritmo diverso.

Nancy per una volta ha avuto una buona iniziativa, semplice e divertente per i suoi abitanti.

Un’elogio all’effimero che mi é particolarmente piaciuto.

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Gulasch all’Ungherese


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Oggi usciamo di nuovo dal sentiero battuto e dal terreno conosciuto dei piatti italiani o francesi e partiamo per l’Ungheria, più precisamente per Budapest e andiamo a scoprire il piatto tradizionale della città.

Quel piatto che si fa in casa la domenica, una specie di spezzatino al sugo, tipico delle nonne ungheresi.

Dopo aver indossato il mio grembiule per salvare il vestito da eventuali macchie di olio e aver controllato di avere le spezie necessarie mi sono quindi cimentata nella prova ed ecco cosa ho combinato ieri sera ai fornelli.

Gulasch all’Ungherese

INGREDIENTI (per 4 persone):

Vi avverto già che usero' due prodotti che star mi ha inviato. Ma due prodotti che già conoscevo dato che i dadi me li faccio spedire dalla mia famiglia ogni volta che posso e perfino portare dall'Italia ogni qualvolta qualcuno viene a trovarmi. La pummaro' invece anche se già la conoscevo é la prima volta che la riutilizzo da quando sono in francia e non 
é male, vale il prezzo (di 0,69 centesimi) alla quale 
é venduta in questo momento.

500 gr di pollo (io ho usato del pollo perché é economico ma lo si puo’ fare anche con del tacchino o del manzo)

4 zucchinePicsArt_1395738692217

(ci vorrebbero anche un paio di patate ma qui in casa non ne avevamo)

1 cucchiaio da minestra di farina o farina di riso (per addensare il sugo)

3 cucchiai di preparato per soffritto (carota, sedano e cipolla)

15 gr di cumino

15 gr di paprika

10 gr di peperoncino dolce

10 gr di peperoncino forte

4 cucchiai di passata di pomodoro (io uso quella della Star perché é una delle più dolci che si trovano in commercio e ovviamente quando mi han inviato il pacchetto han pensato gentilmente di metterla dentro, yeah)

1 dado (Star pure quello perché mia mamma me ne haPicsArt_1395739466991 spedite 4 scatole il mese scorso e ne ho trovate altre 8 nel pacchettino sorpresa e credo saro’ a posto per i prossimi mesi ^___^)

Olio EVO

Sale e Pepe

PREPARAZIONE:

Normalmente per fare un Gulasch si dovrebbe tagliare la carne a cubetti già dall’inizio ma io ho preferito lasciare il petto di pollo intero e tagliarlo solo una volta cotto.

Quindi come fare questo Gulasch?

Preparate una pentola con un filo di olio sul fondo e mettete preparato per soffritto, lavate e tagliate le zucchine e disponetele sui bordi della padella, in centro mettete il petto di pollo e lasciate colorare il tutto. Quando il pollo é ben colorato da tutti i lati aggiungete le spezie mescolate insieme, i cucchiai di passata di pomodoro (la Pummaro’ insomma), l’acqua fino a coprire bene tutti gli ingredient e il dado classico.

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Lasciate che l’acqua vada a bollore e da qual momento lasciate cuocere una ventina di minuti controllando che la salsa non ri restringa troppo, quando il tutto é cotto togliete il pollo e aggiungete la farina mescolando attentamente per far addensare la salsa.

Tagliate il pollo a fettine e poi rimettetelo nel sugo e cuocete ancora per qualche minuto.

Ed ora é pronto, noi lo abbiamo mangiato con del riso bianco, solo bollito per attenuare il gusto piccante ma se volete mangiarlo più all’italiana potete accompagnarlo con della polenta!

Il mio primo esperimento con la cucina Ungherese é passato a pieni voti, nonostante io nel mentre abbia rotto un bicchiere, mi sia schizzata di olio ovunque, e abbia rovesciato la metà del riso in giro per la cucina.

Un piatto che vi consiglio davvero ma anche un paese che vale la pena di visitare.

L’Ungheria in generale e Budapest in particolare, il paese é ricco di culture diverse e etnie diverse date dalla sua posizione centrale immersa tra la Serbia, l’Ucraina, la Romania, la Slovenia e la Croazia.

Il paese offre un’immagine spettacolare per quanto riguarda paesaggi e architettura ma é anche un paese povero e al contempo ricco di storia, un paese che vale la pena di visitare sia per le tradizioni culinarie incredibili sia per le meraviglie nascoste che per la storia ricca e intensa che il paese ha vissuto.

Volare a Budapest, da altre grandi città europee costa davvero poco (a partire da 49€) e passare una settimana gastronomico-culturale in Ungheria potrebbe rivelarsi davvero interessante.

Se volete più informazioni vi lascio il link di un sito che puo aiutarvi a sapere di tutto e di più sull’Ungheria: http://www.guideviaggi.net/ e ad organizzare un viaggio da quelle parti.

E ora vi lascio ad affrontare la vostra giornata, spero che da voi ci sia il sole come qui da me e vi auguro una buonissima settimana!

 

 

Gulasch all’Ungherese


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Oggi usciamo di nuovo dal sentiero battuto e dal terreno conosciuto dei piatti italiani o francesi e partiamo per l’Ungheria, più precisamente per Budapest e andiamo a scoprire il piatto tradizionale della città.

Quel piatto che si fa in casa la domenica, una specie di spezzatino al sugo, tipico delle nonne ungheresi.

Dopo aver indossato il mio grembiule per salvare il vestito da eventuali macchie di olio e aver controllato di avere le spezie necessarie mi sono quindi cimentata nella prova ed ecco cosa ho combinato ieri sera ai fornelli.

Gulasch all’Ungherese

INGREDIENTI (per 4 persone):

Vi avverto già che usero' due prodotti che star mi ha inviato. Ma due prodotti che già conoscevo dato che i dadi me li faccio spedire dalla mia famiglia ogni volta che posso e perfino portare dall'Italia ogni qualvolta qualcuno viene a trovarmi. La pummaro' invece anche se già la conoscevo é la prima volta che la riutilizzo da quando sono in francia e non 
é male, vale il prezzo (di 0,69 centesimi) alla quale 
é venduta in questo momento.

500 gr di pollo (io ho usato del pollo perché é economico ma lo si puo’ fare anche con del tacchino o del manzo)

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(ci vorrebbero anche un paio di patate ma qui in casa non ne avevamo)

1 cucchiaio da minestra di farina o farina di riso (per addensare il sugo)

3 cucchiai di preparato per soffritto (carota, sedano e cipolla)

15 gr di cumino

15 gr di paprika

10 gr di peperoncino dolce

10 gr di peperoncino forte

4 cucchiai di passata di pomodoro (io uso quella della Star perché é una delle più dolci che si trovano in commercio e ovviamente quando mi han inviato il pacchetto han pensato gentilmente di metterla dentro, yeah)

1 dado (Star pure quello perché mia mamma me ne haPicsArt_1395739466991 spedite 4 scatole il mese scorso e ne ho trovate altre 8 nel pacchettino sorpresa e credo saro’ a posto per i prossimi mesi ^___^)

Olio EVO

Sale e Pepe

PREPARAZIONE:

Normalmente per fare un Gulasch si dovrebbe tagliare la carne a cubetti già dall’inizio ma io ho preferito lasciare il petto di pollo intero e tagliarlo solo una volta cotto.

Quindi come fare questo Gulasch?

Preparate una pentola con un filo di olio sul fondo e mettete preparato per soffritto, lavate e tagliate le zucchine e disponetele sui bordi della padella, in centro mettete il petto di pollo e lasciate colorare il tutto. Quando il pollo é ben colorato da tutti i lati aggiungete le spezie mescolate insieme, i cucchiai di passata di pomodoro (la Pummaro’ insomma), l’acqua fino a coprire bene tutti gli ingredient e il dado classico.

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Lasciate che l’acqua vada a bollore e da qual momento lasciate cuocere una ventina di minuti controllando che la salsa non ri restringa troppo, quando il tutto é cotto togliete il pollo e aggiungete la farina mescolando attentamente per far addensare la salsa.

Tagliate il pollo a fettine e poi rimettetelo nel sugo e cuocete ancora per qualche minuto.

Ed ora é pronto, noi lo abbiamo mangiato con del riso bianco, solo bollito per attenuare il gusto piccante ma se volete mangiarlo più all’italiana potete accompagnarlo con della polenta!

Il mio primo esperimento con la cucina Ungherese é passato a pieni voti, nonostante io nel mentre abbia rotto un bicchiere, mi sia schizzata di olio ovunque, e abbia rovesciato la metà del riso in giro per la cucina.

Un piatto che vi consiglio davvero ma anche un paese che vale la pena di visitare.

L’Ungheria in generale e Budapest in particolare, il paese é ricco di culture diverse e etnie diverse date dalla sua posizione centrale immersa tra la Serbia, l’Ucraina, la Romania, la Slovenia e la Croazia.

Il paese offre un’immagine spettacolare per quanto riguarda paesaggi e architettura ma é anche un paese povero e al contempo ricco di storia, un paese che vale la pena di visitare sia per le tradizioni culinarie incredibili sia per le meraviglie nascoste che per la storia ricca e intensa che il paese ha vissuto.

Volare a Budapest, da altre grandi città europee costa davvero poco (a partire da 49€) e passare una settimana gastronomico-culturale in Ungheria potrebbe rivelarsi davvero interessante.

Se volete più informazioni vi lascio il link di un sito che puo aiutarvi a sapere di tutto e di più sull’Ungheria: http://www.guideviaggi.net/ e ad organizzare un viaggio da quelle parti.

E ora vi lascio ad affrontare la vostra giornata, spero che da voi ci sia il sole come qui da me e vi auguro una buonissima settimana!

 

 

Cielo

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Il Cielo di Oggi: alle 11e30 e alle 11e45, Nancy mi fa diventare matta

Oggi non mi andava di fare un post di quelli normali, di proporvi una nuova ricetta, oggi mi sento un po cosi, ho fatto il bilancio dei primi sei mesi a Nancy, vedo l’avvicinarsi del mio compleanno, la fine del contratto di lavoro, l’arrivo della primavera e di un nuovo futuro in un posto diverso con il mio compagno, allora ci tenevo a condividere con voi i cieli che mi hanno accompagnato durante tutti questi 180 giorni a Nancy e oltre.

Cosi, per farvi vedere con i miei occhi, il posto in cui vivo, i luoghi che visito, il cielo, spesso nuvoloso che ci sovrasta qui in Lorena.

Dopo sei mesi spersa tra i Loreni, tra le colleghe ben più giovani di me, tra la ricchezza di questa città e il lusso che poco si adatta alle mie abitudini, sono riuscita a scavare la mia tana, e ora mi dedico ai nuovi progetti che mi si offrono. Contanta che il blog funzioni cosi bene, che mi leggiate con passione, che mi scriviate mail davvero carine. Contenta che grandi imprese italiane decidano di lavorare con me. Contenta di ammirare sempre con occhi nuovi tutto quello che mi circonda.

E poi, pure molto contenta che tra meno di un mese sia finalmente il mio compleanno.

Che poi, credo di essere l’unica ad essere contenta di crescere ed “invecchiare”.

Parlavo con una mia collega che sta per festeggiare il 24 anni ed é affranta perché si trova vecchia. E con un’altra che sta per farne 20 e li vive male.

E con una collega che ha 34 anni e il cervello di una gallina di 18.

E mi rendo conto che io son ben contenta di arrivare a 27 anni, e poco a poco avvicinarmi sempre di più ai miei obiettivi e sogni da bambina.

Ed ora vi lascio alle foto dei miei cieli, sperando vi emozionino un po.

Buona Domenica di Bilanci a tutti!

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