Ricette

AUGURI A TUTTI VOI!!!

Pasqua arriva e Pomponette si prende un paio di giorni di pausa…

e ci si ritrova lunedi o martedi per una nuova ricetta!

E dopo il mio compleanno (che é il 21 se vi va di farmi dei regali, eheheh) !!!

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Dove sono stata?

indizio1In 4 giorni a Parigi di cose ne sono successe, ma tra la fiera  enogastronomica e la visita (ri-visita) della città cosa mi é piaciuto di più?

Se indovinate dove sono stata vincete… un uovo di Pasqua? Un paio di calzini (sporchi)? Un ago in un pagliaio? Un paio di orecchie? Un canguro? Il manico di una pentola?

Ovviamente vi do un indizio…

E a breve vi raccontero’ tutti i segreti e i retroscena di questo posto fantastico…

 

 

Fiere e Expo? PRECAUZIONI PER L’USO!

“Foire international aux fromages et aux vins français.”

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Vi dico fin da subito che il risultato della mia spedizione alla scopera dell’enogastronomia francese é un gran mal di piedi, un mal di gola allucinante, la testa che ronza e qualche liena di febbre.

Allora questa fiera, mi é piaciuta?

Direi che é una delle fiere più complete e interessanti alla quali io abbia mai potuto partecipare, una delle meglio roganizzate (a parte alcuni piccoli dettagli di cui vi parlero’ in seuito) e anche una delle più grandi a parte forse l’expo universale di Lisbona del 1998…

Oltre 350 espositori, per un numero minimo di 700 artigiani, viticoltori e produttori si sono riuniti per QUATTRO GIORNI all’insegna dell’enogastronomia francese.

La fiera proponeva svariate degustazioni, più di quante uno stomaco umano potesse realmente sopportare, corsi di cucina e anche qualche dimostrazione dal vivo su come creare un piatto piuttosto che un altro a partire dai prodotti esposti (sopprattuto, come lo dice il nome della fiera, vini e formaggi).

L’esagono (la Francia insomma) offre davvero un numero spropositato di formaggi differenti e ogni produttore partecipava ad una competizione per essere eletto miglio produttore di formaggio della nazione.

Insomma fino a qui tutto bello ed interessante, nulla di particolarmente inaspettato anche se ho comunque potuto scoprire molti prodotti a me ignoti fino a ieri e rivalutare altri prodotti che avevo sottostimato negli ultimi tempi.

Il problema qual’era allora? Per prima cosa il posto in cui si situava la manifestazione, completamente sprovvisto di parcheggi, male indicato nonostante in centro a Parigi ci fossero cartelloni ovunque e poster della fiera, più ci si avvicinava al luogo più le indicazioni diminuivano fino alla completa disparizione.

Un altro punto un po cosi cosa, che mi ha fatto un po ainnervosire era la disposizione degli stand, cosi vicini tra loro da non permettere una buona circolazione in tutto il salone dell’esposizione e quindi l’irrimediabile crearsi di ingorghi umani, calore e nervosismo generale.

Per attennuare questo stress offrivano pero’ degustazioni non stop di almeno un centinaio di vini differenti, e mentre io mi ci recavo un po per passione e un po per lavoro ed ho bevuto un gran poco, sono spesso finita naso a naso con gente particolarmente ubriaca e molesta.

L’expo resta comuqnue molto interessante e ho potuto fare incetta di prodotti davvero particolari, ma vi offro un consiglio, libero e gratuito: non cercate di andarci con i tacchi, perché mentre cercate di apparire belli ed eleganti i vostri piedi inizieranno a ricorcarvi che se loro non sono comodi non si va da nessuna parte e tornerete a casa doloranti per niente.

Ed un ultimo consiglio, quello di fissarvi un budget di spesa, prima di arrivare alla fiera, per non cedere alla tentazione dei numerosi artigiani, cosi appassionati per i loro prodotti e, spesso bravi commerciali. Potreste ritrovarvi, come uno dei miei accompagnatori, con circa 200 euro di vini e formaggi in una borsina di plastica senza sapere nemmeno perché li avete comprati.

Un voto? Se devo comparare questa fiera, e quella recentemente visitata in Italia (Golositalia) penso che vinca la Francia, anche se di poco, ma forse, dico cosi solo perché ieri a Parigi mi hanno fatto davvero girare la testa, con i loro stend colorati, i loro prodotti incredibili e i vari omaggi con cui tutti siamo tornati a casa…

Da rifare, l’anno prossimo per la 48esima edizione, con scarpe da ginnastica, una borsa più capiente e una sciarpa perché non si sa come ma c’é stato un problema con l’aria condizionata e nella fiera faceva un freddo incredibile e io ovviamente sono tornata a casa malata!

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Parigi, stiamo arrivando …

paris 11

Eccoci, in partenza per

Parigi!

Spero già questa sera di potervi raccontare di qualche bellezza della capitale o informare su qualche nuona stranezza culinaria (chissà se avremo internet???) e mi preparo mentalmente alla fiera enogastronomica che visitero’ sabato sperando di non perdermi tra vini e formaggi francesi.

Per ora vi auguro un buonissimo fine settimana e noi ci ritroviamo più tardi!!!

cuisine 11

Parigi, stiamo arrivando …

paris 11

Eccoci, in partenza per

Parigi!

Spero già questa sera di potervi raccontare di qualche bellezza della capitale o informare su qualche nuona stranezza culinaria (chissà se avremo internet???) e mi preparo mentalmente alla fiera enogastronomica che visitero’ sabato sperando di non perdermi tra vini e formaggi francesi.

Per ora vi auguro un buonissimo fine settimana e noi ci ritroviamo più tardi!!!

cuisine 11

Torta al Caffè

Pare che noi, gli italiani, siamo proprio fan di quella bevanda amara dal colore poco invitante che comunemente il mondo chiama caffè…

Caffè…

Caffè Michelangiolo, a Firenze, dipinto da Cecioni, il caffè degli artisti per eccellenza.

Caffè Michelangiolo, a Firenze, dipinto da Cecioni, il caffè degli artisti per eccellenza.

Secondo la media, gli italiani, ogni anno spendono 25miliardi di euro in caffé, tra quello che si beve al bar, quello che acquistiamo al supermercato, le dosette per la caffettiera al lavoro e quello che usiamo per fare i dolci…

Siamo per altro uno dei popoli che paga il prezzo più basso per il caffè al bar, il costo per un espresso varia tra i 70 centesimi al sud e 1,10€ al nord… se si esclude un simpatico barettino di piazza San Marco a Venezia che vende il suo caffè (probabilmente fatto d’oro) a circa 5€ …

Insomma grandi spese e grandi passioni per questo liquido proveniente dalle Americhe che é ormai perfettamente integrato nella quotidianità del popolo del Belpaese.

Oggi, l’avrete capito, vi propongo un dolce, davvero semplice da fare e ovviamente a base di caffè! (quante volte ho ripetuto questa parola???)

INGREDIENTI:PicsArt_1396944906327

200 gr di farina
50 gr di mazena o fecola
250 gr di zucchero
3 uova
160 gr di caffè ristretto
120 gr di burro fuso
1 bustina di lievito

30 gr di pinoli

PREPARAZIONE:

Sbattete con una frusta le uova con lo zucchero.

Unite la farina, la maizena e il lievito setacciati,il caffè, il burro fuso e, se vi va potete anche aggiungere delle gocce di cioccolato fondente (ma io purtroppo in casa non ne avevo).

Versate  poi il composto in una teglia imburrata e leggermente infarinata.

Sparpagliate i pinoli sulla superficie della torta e fatela cuocere a 180° per circa 40 minuti.

Sarà perfetta la mattina con il caffélatte o anche a merenda e meravigliosa come dessert accompagnata da un po’ di panna montata.

E intanto se siete interessati alla sotria del caffé vi consiglio un libro davvero completo e ben scritto che io ho letto ancora qualche tempo fa, il suddetto libro si chiama poer l’appunto ” Storia del Caffé” ed é del signor Mark Pendergrast … non so a che prezzo lo vendano in Italia perché io l’ho trovato per caso qui in Francia ad un mercatino del libro usato. Ma sinceramente ho fatto un affarone (o lo penso solo perché sono appassionata di storia?)

E prima di abbndonarvi a questo soleggiato martedi d’aprile vi lascio qualche frase sempre in tema con il caffé, detta qui e là nel mondo.

A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco. 
(Erri De Luca)

Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, 
dolce come l’amore e caldo come l’inferno.
(Michail Bakunin)

Ho misurato la mia vita a cucchiaini di caffè.
(Thomas Stearns Eliot)

tipi di caffe italiano

 

 

 

Torta al Caffè

Pare che noi, gli italiani, siamo proprio fan di quella bevanda amara dal colore poco invitante che comunemente il mondo chiama caffè…

Caffè…

Caffè Michelangiolo, a Firenze, dipinto da Cecioni, il caffè degli artisti per eccellenza.

Caffè Michelangiolo, a Firenze, dipinto da Cecioni, il caffè degli artisti per eccellenza.

Secondo la media, gli italiani, ogni anno spendono 25miliardi di euro in caffé, tra quello che si beve al bar, quello che acquistiamo al supermercato, le dosette per la caffettiera al lavoro e quello che usiamo per fare i dolci…

Siamo per altro uno dei popoli che paga il prezzo più basso per il caffè al bar, il costo per un espresso varia tra i 70 centesimi al sud e 1,10€ al nord… se si esclude un simpatico barettino di piazza San Marco a Venezia che vende il suo caffè (probabilmente fatto d’oro) a circa 5€ …

Insomma grandi spese e grandi passioni per questo liquido proveniente dalle Americhe che é ormai perfettamente integrato nella quotidianità del popolo del Belpaese.

Oggi, l’avrete capito, vi propongo un dolce, davvero semplice da fare e ovviamente a base di caffè! (quante volte ho ripetuto questa parola???)

INGREDIENTI:PicsArt_1396944906327

200 gr di farina
50 gr di mazena o fecola
250 gr di zucchero
3 uova
160 gr di caffè ristretto
120 gr di burro fuso
1 bustina di lievito

30 gr di pinoli

PREPARAZIONE:

Sbattete con una frusta le uova con lo zucchero.

Unite la farina, la maizena e il lievito setacciati,il caffè, il burro fuso e, se vi va potete anche aggiungere delle gocce di cioccolato fondente (ma io purtroppo in casa non ne avevo).

Versate  poi il composto in una teglia imburrata e leggermente infarinata.

Sparpagliate i pinoli sulla superficie della torta e fatela cuocere a 180° per circa 40 minuti.

Sarà perfetta la mattina con il caffélatte o anche a merenda e meravigliosa come dessert accompagnata da un po’ di panna montata.

E intanto se siete interessati alla sotria del caffé vi consiglio un libro davvero completo e ben scritto che io ho letto ancora qualche tempo fa, il suddetto libro si chiama poer l’appunto ” Storia del Caffé” ed é del signor Mark Pendergrast … non so a che prezzo lo vendano in Italia perché io l’ho trovato per caso qui in Francia ad un mercatino del libro usato. Ma sinceramente ho fatto un affarone (o lo penso solo perché sono appassionata di storia?)

E prima di abbndonarvi a questo soleggiato martedi d’aprile vi lascio qualche frase sempre in tema con il caffé, detta qui e là nel mondo.

A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco. 
(Erri De Luca)

Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, 
dolce come l’amore e caldo come l’inferno.
(Michail Bakunin)

Ho misurato la mia vita a cucchiaini di caffè.
(Thomas Stearns Eliot)

tipi di caffe italiano

 

 

 

Flammenkueuche con Zucchine

Secondi | 7 Aprile 2014 | By

Qualche tempo fa avevo pubblicato un piatto tipico d’Alsazia e Lorena, la Flammenkueuche (si legge flamenkuch, senza tutte quelle inutili lettere finali) e l’altro giorno siamo usciti dalla tipicità della tradizione creando una versione leggermente italianizzata.

Per la ricetta dell’impasto per queste “piadine” lorene vi basterà mischiare pochi semplici ingredienti:

250 gr di farina

3 cl di olio

1 pizzico di sale

12 cl di acqua tiepida.

Mischiate il tutto lasciate riposare la pasta e poi stendetela con l’aiuto del mattarello fino a portarla ad uno spessore di 1 o 2 millimetri. Lasciate seccare naturalmente le differenti sfoglie evitando di metterle in un posto troppo freddo o umido.

Ogni città ha ovviamente la sua ricetta per creare questo impasto come succede da noi per le differenti ricette di piadine o per la pasta.

Gli ingredienti base invece per farcirla (o decorarla?) sono più o meno gli stessi e potrete trovarli sull’altro post dedicato a questa specialità d’Alsazia e Lorena.

Questa volta noi l’abbiamo fatta utilizzando, per una Flammenkueuche:PicsArt_1396856789618

1/2 cipolla

1 cucchiaio di panna da cucina

20 gr di pancetta affumicata

1/2 zucchina (cotta in precedenza con un filo di olio e sale)

Una volta farcita la vostra sfoglia infornatela per circa 10 minuti a 180°. Da degustare calda e croccante!

E prima di lasciarvi a questa nuova settimana vi ricordo che potete trovare Pomponette anche su Facebook cliccando qui sotto!

 

Flammenkueuche con Zucchine

Secondi | 7 Aprile 2014 | By

Qualche tempo fa avevo pubblicato un piatto tipico d’Alsazia e Lorena, la Flammenkueuche (si legge flamenkuch, senza tutte quelle inutili lettere finali) e l’altro giorno siamo usciti dalla tipicità della tradizione creando una versione leggermente italianizzata.

Per la ricetta dell’impasto per queste “piadine” lorene vi basterà mischiare pochi semplici ingredienti:

250 gr di farina

3 cl di olio

1 pizzico di sale

12 cl di acqua tiepida.

Mischiate il tutto lasciate riposare la pasta e poi stendetela con l’aiuto del mattarello fino a portarla ad uno spessore di 1 o 2 millimetri. Lasciate seccare naturalmente le differenti sfoglie evitando di metterle in un posto troppo freddo o umido.

Ogni città ha ovviamente la sua ricetta per creare questo impasto come succede da noi per le differenti ricette di piadine o per la pasta.

Gli ingredienti base invece per farcirla (o decorarla?) sono più o meno gli stessi e potrete trovarli sull’altro post dedicato a questa specialità d’Alsazia e Lorena.

Questa volta noi l’abbiamo fatta utilizzando, per una Flammenkueuche:PicsArt_1396856789618

1/2 cipolla

1 cucchiaio di panna da cucina

20 gr di pancetta affumicata

1/2 zucchina (cotta in precedenza con un filo di olio e sale)

Una volta farcita la vostra sfoglia infornatela per circa 10 minuti a 180°. Da degustare calda e croccante!

E prima di lasciarvi a questa nuova settimana vi ricordo che potete trovare Pomponette anche su Facebook cliccando qui sotto!

 

Eloge de l’éphémère, stranezze a Nancy

PicsArt_1396690458612La settimana scorsa abbiamo cambiato l’ora, con le solite conseguenze su tutti, qualche difficiltà ad adattarsi ai nuovi orari, un po di stanchezza in più e qualche salto d’umore.

Ma i francesi non sono stupidi, o per lo meno non sempre, ed ecco cosa hanno pensato qui a Nancy per risollevare gli spiriti.

Dal 30 marzo per una settimana la piazza principale della città, Place Stanislas, é stata invasa da decine di letti con tanto di piumoni e cuscini.

E quest’opera d’arte, questo progetto bizzarro, questi letti insomma erano liberi di essere utlizzati da tutti, ogni mattina i letti erano rifatti, le federe e i lenzuoli cambiati.

La notte questi letti potevano essere utilizzati dai più poveri della città che, anche se solo per qualche tempo hanno avuto coperte calde e pulite in cui rifugiarsi, e al mattino, tra le nuove lenzuola cambiate di fresco si vedeva ogni genere d’uomo usufruire dei comodi materassoni.

Uomini in giacca e cravatta si sedevano sul bordo del letto, si toglievano le scarpe, e di colpo era come se ci si trovasse nelle loro case, e loro, cosi impunemente osservate dai clienti dei bar intorno, si sdraiavano sul letto e facevano un sonnellino.

Donne in dolce attesa riposavano tra le coperte candide, amici si sedevano a prendere l’aperitivo come ad un pigiama party. E l’iniziativa ha velocemente fatto il giro della città.

E la cosa più assurda é il rispetto che i cittadini hanno portato al tutto, nessuno ha rubato le coperte nel cuore della notte (come si sarebbe probabilmente fatto dalle nostre parti),donne e uomini senza fissa dimora han potuto dormire al caldo senza essere allontanati dalle autorità e ogni mattino tutto ricominciava da zero e nuova gente poteva approfittare di questi letti semplici ma confortevoli, prendersi una pausa dalla vita lavorativa, vivere ad un ritmo diverso.

Nancy per una volta ha avuto una buona iniziativa, semplice e divertente per i suoi abitanti.

Un’elogio all’effimero che mi é particolarmente piaciuto.

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