Ricette

Risotto con la Zucca e qualche BLABLABLA

Buongiorno a tutti,

Ieri è stata un gran giornata, tornare a lavorare con i bambini, una caterva di bimbi urlanti ma sorridenti e gioiosi.

Non é stata una giornata risposante, ovviamente, ma é stata una gran giornata sopprattutto per un paio di ragioni, ma mia assenza ha fatto noare la qualità del mio lavoro al mio capo, coa sempre positiva, e un paio di bimbi mi hanno fatto degli splendidi disegni mentro ero in Italia e me li hanno dati ieri dicendomi che mi volevano bene, non male come giorno per tornare al lavoro, no?
Ah, si e uno dei bimbi ha chiesto alla nonna di farmi un berretto uguale al suo e mi ha chiesto se poteva adottarmi… molto buffa come richiesta ma anche molto toccante.
Mi ha detto che visto che la mia famiglia vive lontano da me (aveva capito India e non Italia, ma va bene lo stesso) se mi sentivo sola lui aveva chiesto alla sua mamma e al suo papà di prendermi con loro, il suo papà non era particolarmente entusiasta dell’affetto che il figlio mi riversava, per cui il bimbo ha dovuto ulteriormente spiegarsi dicendo che voleva una sorella grande e non quella piccolina che gli avevano promesso. E mentre il papà e io cercavamo di rimediare alla situazione imbarazzante a me veniva anche un po da ridere.

Purtroppo non abbiamo avuto modo di fare il solito atelier di cucina che è rimandato a mercoledi prossimo perché i bambini erano davvero tanti e i miei colleghi erano poco in forma, uno deve farsi operare ad un ginocchio, una delle mie cape si era slogata la caviglia e la capa suprema aveva un mal di testa poco simpatico dovuto a un ciclo di terapie che sta affrontando. Abbiamo quindi gestito il centro in modo diverso, e io a dispetto di norme e regole ho dovuto gestire con poche altre colleghe un numero troppo alto di bambini.

Insomma la cucina era l’ultimo dei miei pensieri ieri, cosa che non succedeva da tempo. 

Ma non preoccupatevi, ho comunque in serbo una ricetta per voi, per oggi, e anche una di quelle buone.
Volendo comunque restare in tema cibi non grassi, saporiti e utili alla mia dieta mi sono decisa a fare un risotto, senza utilizzare burro, formaggio, ne vino bianco.
L’esperimento é riuscito comunque per cui eccovi il modus operandi.

Risotto con la Zucca

INGREDIENTI:

1 tazzina di riso a testa
1 fetta di zucca (non so esattemente che zucca fosse, perché non saprei tradurlo dal francese quindi vi lascio scegliere la vostra, comuqnue ha la “buccia” giallo pallido.
1 cipolla
2 cucchiaini di olio extra vergine di oliva
1 dado
acqua qb

PREPARAZIONE:

Ho tagliato la zucca a cubetti cosa che consiglio di fare anche a voi, ma se volete metterci meno tempo di me vi consiglio di taglierla in pezzetti più piccolini.
Comunque, prendete una padella o una grande pentola se siete in tanti, noi siamo solo due per cui in una padella ci sta tutto, e mettete dentro uno o due cucchiaini di olio, la cipolla a dadini a soffriggere e la zucca.
Quando iniziano a prendere colore le cipolle aggiungete due bicchieri di acqua e lasciate cuocere fino a quando la vostra zucca non inizia a disintegrarsi leggermente (e intendo la zucca quella arancio e non la vostra testa, mi rendo conto che la frase è un po ambigua, eheh).
Quando questo é fatto aggiungete il riso a tostare al centro della padella spingendo il sugo verso i bordi.
In seguito aggiungete un dado e mescolate.
Coprite il riso di acqua e lasciate poi cuocere controllando che il livello di acqua si abbassi gradualmente e che il riso non attacchi, per questo motivo sarebbe meglio una padella antiaderente.
Dopo 10/12 minuti, quando il riso é cotto al posto che mantecarlo come si fa spesso con burro e grana, se come me siete stati messi a regime, potrete direttamente servirlo cosi, altrimenti approfittatene per aggiungere un po di parmigiano, ovviamente il gusto risulterà migliore.

Ed ecco, il gioco é fatto, facile, rapido e a quanto dice il mio libretto delle calorie, anche non eccessivamente calorico.


Vi auguro una buona giornata, spero mi seguiate stasera alla RADIO, per vedere il link per poter ascoltare la dirette dovrete fare un salto sul mio penultimo post (http://pomponetteincucina.blogspot.fr/2014/01/in-radio-con-pomponette.html), altrimenti per la differita andate qui: http://litaliachiamo.wordpress.com/ !!!

A presto!

In RADIO con Pomponette!!!

Una Pomponette alla RADIO!!!

AVVISO a tutti i lettori, gli amici, i parenti e in generale a chiunque sia interessato, GIOVEDI 16/01/2014, passo alla RADIO!
Su ZUMIX RADIO di BOSTON, U.S.A.
Durante l’eimissione L’Italia chiamo’ (non esiste l’accento sulla O sulla mia testiera francese).

Tra le 19 e le 20e30 … e so bene che l’orario é vago … ma sintonizzatevi e ad une certo punto capirete che sono io a parlare perché noterete un chiaro accento italiano… 
Da qui a li spero di non dimenticare l’inglese perché altrimenti vedo la cosa molto complicata!

Allora seguitemi, se vi va, io ne vado fiera e ascolterete in diretta la mia esperienza da ESPATRIATA, dato che l’emissione parla proprio di quello!

Seguite il link qua sotto, giovedi’ e fatemi sapere che ne pensate dell’intervista!

http://zumix.backbonebroadcast.com/zumix2/player2.php

Espatriata: La Mia Storia

Io, in Erasmus

Questa settimana mi sa che salteremo il capitolo sulla storia della cucina, perché, dopo due anni che tengo questo blog mi sono accorta che non vi ho ancora raccontato molto di me… Certo certe cose le ho scritte, o si sono potute capire attraverso i miei aneddoti disordinati prima delle varie ricette, ma non ho mai preso il tempo per mettermi li e scrivere di me, per voi, e magari nel modo più ordinato possibile.
Per cui oggi doppio post e domani si vedrà.

Mi dico allora che se vi racconto la mia storia e il mio percorso forse avrete anche più piacere a leggere le mie ricette e i miei svariati post.

Inoltre magari riesco a invogliare qualche compatriota a fare le valigie e girare il mondo.

O, magari, nel migliore dei casi, riesco a 
trasmettere il mio pensiero positivo e ottimista.

Perché la mia storia si riassume proprio a questo, tanta tanta testardaggine, un po di orgoglio personale e molto ottimismo, o positivismo o come cavolo lo si vuole chiamare.

Senza questo, sarei probabilmente tornata a casa due giorni dopo essere partita, con la coda tra le gambe e le lacrime agli occhi perché decidere di lasciare tutto, di punto in bianco, non è proprio la cosa più facile da fare.

Per farvi capire da dove viene la mia voglia di vivere in terra di Francia dobbiamo risalire alla mia infanzia, ma prometto che non saro’ lunga.

Anzi, solo poche righe.

Diciamo che per fortuna, e per l’intelligenza di mia madre e la curiosità di mio papà, fin da piccola ho sempre viaggiato in lungo e in largo per l’Europa, ogni estate posti nuovi, niente hotel ma solo un camper e la libertà che esso puo dare.

Ogni volta un posto diverso, strano, sconosciuto, e visto con gli occhi della bambina che ero, anche magico.

Penso che l’Europa ce la siamo fatta quasi tutta, e quando non partivo con la famiglia, una volta adolescente, partivo con gli amici.

E poi grazie alla nonna materna abbiamo parenti sparsi un po ovunque, per cui ogni occasione era buona per rivederli e imparare qualcosa di nuovo anche attraverso le loro storie, le loro vite e le loro esperienze.

Il fiume Erdre, uno 

La mia prima vacanza “da sola” é stata a casa degli zii in Spagna con i due migliori amici, compagni della mia vita ormai da un bel po di tempo. Alla scoperta della costa spagnola ma anche ad arrostire al sole sul bordo piscina.

Una vacanza indimenticabile, particolarmente divertente e che mi ha fatto capire che se la gente é pronta ad accogliermi cosi gentilmente non posso che non trovarmi bene.

Insomma fino ai miei 18 anni nessun fiasco.

La cattedrale di Nantes in lontananza

Cosi mi sono detta che magari potevo iniziare ad avventurarmi da sola, oltre i confini dello stato, senza persone al seguito o altre che potessero ospitarmi. Solo io, la Francia e una valigia da 23 chili, più un bagaglio a mano da 10 riempito di libri e uno zaino con il computer per non restare proprio isolata da tutto e tutti.

L’Ersasmus é stata una delle esperienze più belle che io abbia mai potuto vivere, ne avevo anche fatto un libro, perso tra i vari computer dei miei compagni di avventura e di cui mi restano solo una manciate di pagine purtroppo.

Campeggio ad Amboise con il mio uomo e tanta pioggia

MA anche li, vivevo con la borsa di studio, e anche se l’impatto iniziale è stato difficile e mi trovavo in una stanza che puzzava di vomito, isolata dal mondo e che mi sono pure fatta aggredire da un barbone, poi ho conosciuto alcuni personaggi davvero particolare e simpatici e due amiche fuori di testa e mi sono trasferita illegalmente da solo. Il padrone di casa non ne ha mai saputo nulla, o per lo meno fingeva di non sapere anche se mi ha visto più volte sgattaiolare fuori dalla finestra in pijama per non farmi beccare. 

Le mie Super-Coinquiline Erasmus in una rimpatriata a Roma

In realtà il signor Carl Qualcosa, secondo me se l’era fatta una mezza idea della mia vita sotto il suo tetto come terza coinquilina involontaria del mini appartamento.

Vivevamo a tre, in 24 metri quadri di cui almeno due erano di corridoio.
Ma ognuna aveva i suoi spazi, e con il passare dei giorni si era creato un equilibrio incomprensibile ed un’amicizia che dura ormai da sette anni.

Orgogliosa Regista

Abbiamo viaggiato, esplorato la Bretagna, vissuto la città fino ad averne la nausea, conosciuto francesi poco normali, instaurato amicizie, combattutto con le troppe cose che la vita, in quel periodo ci regalava.

Ogni membro del gruppo era un pezzo perfetto di un puzzle, tra l’altro li sento ancora quasi tutti ogni volta che possiamo!

Tutto era stato una danza perfetta di conoscenze, avvenimenti ed avventure, nulla sembrava lasciato al caso, eppure nulla era previsto o premeditato.

Sono stati mesi assurdi ma magnifici e mi hanno fatto piangere da matti quando ho dovuto riprendere il treno per tornarmene a casa.

Ma erano solo 6 mesi, le vite dei miei amici non erano cambiate cosi tanto da non permettermi di ri-inserirmici rapidamente e la mia famiglia mi aveva riaccolto, con immutato amore.

Nel mio cervello bacato pero’ si era ormai instaurata l’idea che da sola avrei potuto farcela, che a Nantes ci dovevo tornare e che nulla, proprio nulla avrebbe potuto fermarmi.

Ho vissuto un anno a Verona, aspettando di trovare il coraggio, e i soldi, per partire di nuovo.

Non mi sono mai fermata a pensare che sarebbe stato diverso, non sarebbe più stato un gioco.
Volevo tornare la, vivere come i folli Nantesi, lavorare là, laurearmi là. Verona e Brescia avevano perso ogni interesse, troppo piccole per i sogni di una 20enne che si vedeva già giornalista per “Le Monde”.

Credo di essere stata incauta, sconsiderata e poco razionale, come la mia età lo prevedeva.

Avevo valutato tutti i pro ma poco considerato i numerosi contro che se ne stavano nascosti dietro ad un velo in un angolo recondito della mia mente.

Ad agosto del 2009 sono partita senza prevedere nulla di quello che é successo in seguito.

L’università di Nantes ha perso i fogli originali della mia iscrizione e non ha mai voluto accettare le fotocopie, l’università di Verona, poco collaborativa, non mi ha mai fornito altri originali e mi sono trovata già con un bel problema.

Ho combattutto per un po con l’amministrazione e, nonostante le segretarie mi avessero preso in simpatia, non sono riuscita a concludere nulla.

E niente università voleva dire niente borsa di studio. 

Ho frequentato lo stesso qualche corso, cosi da intrusa, per impedire al mio cervello di spegnersi e poi mi sono messa alla ricerca di un lavoro.

E anche qui é stato completamente assurdo.

Ero partita poco più di tre mesi prima con la testa piena di sogni e illusioni e mi sono presto trovata ad ammettere che le cose sarebbero state più difficili del previsto.

La famiglia mi mancava da impazzire.

Gli amici mi mancavano.

Tutto mi mancava.

Ma non sono tornata indietro.

Non volevo tornare da perdente.

Cosi mi sono messa a fare la baby sitter e poi la tata per la figlia di una coppia di ricconi che mi pagava una miseria. Ma io non sapevo che c’era un minimo sindacale qui in Francia e cosi ho accettato. 

Ho la fortuna di avere una famiglia che mi è sempre stata vicino, nonostante i 1200 km che avevo messo tra noi, e che ha sempre risposto presente quando mi trovato a mangiare fagioli.

Non lo nego, senza il loro aiuto non ci sarei mai riuscita.

In quell’anno vivevo con Sara, una ragazza di Pescare che aveva avuto la mia stessa idea, e che viveva li da un anno prima di me.
Poi sono andata a vivere da sola e anche quello dovro’ raccontarvelo prima o poi… ma non qui, non ora.

Nell’estate del 2010 sono stata presa come menager della band di quello che poi sarebbe divantato il mio uomo, in una settimana ho organizzato 6 date in Italia e siamo partiti con loro.

Al nostro ritorno non ne potevo più di fare la tata, sarà che i mbabini sono mi son mai parsi particolarmente simpatici.

Dopo un anno di quel lavoro ho deciso di cambiare, mi si era aperta una possibilità, avrei potuto diventare commerciale per una grossa azienda assicurativa francese.

Al colloquio mi hanno preso subito, perché parlavo 4 lingue e sembravo sicura di me.

Una cosa che mi ha facilitato nella vita é che ho sempre saputo sembrare sicura, anche nei momenti più duri, i miei datori di lavoro non hanno mai visto nessuna debolezza, nessun segno di cedimento.

Ho fatto carriera in fretta, e dopo 3 mesi soltanto avevo una squadra da dirigere e portavo all’azienda 40mila euro al mese.

Il mio capo non voleva lasciarmi andare e cosi mi facevo 50 ore di lavoro a settimana ed è stato cosi per sette mesi.

Finché un giorno, dopo quasi sei mesi che stavo con il mio uomo, mi sono resa conto che non avevo tempo per nulla, non facevo più ne nuoto ne pallavolo, non vedevo più il mio compagno, non facevo nient’altro se non vendere assicurazioni, 50 ore a settimana e pagate 25.

Ne ho parlato con il mio capo, dicendogli che visto che ero pagata per 25 ore ne avrei lavorate 25. Ovviamente l’idea di perdere i soldi che portavo alla ditta, o almeno una parte di essi non gli è piaciuta molto, ma la sua reazione é stata assurda, da un giorno con l’altro mi ha lasciato a casa, e ancora mi chiedo dove siano finiti i miei ultimi due stipendi, che non mi sono mai stati versati. Forse se li é tenuti lui come indennizzo o che so io.

Anche stavolta non conoscevo ancora bene le leggi francesi e mi sono trovata a casa senza disoccupazione che per alcuni motivi non avevo maturato, colpa sempre di questo tizio in giacca e cravatta che mi aveva fatto firmare un contratto molto avvantaggioso, per lui!

Ho lasciato il mio appartamento, sono andata a vivere con Cedric, grazie al cielo avevo lui.

Ho venduto l’auto.

E non voglio fare pietà a nessuno. Niente di quello che ho affrontato e che vi racconto mi ha fatto realtmente male, si ne soffrivo, ovviamente, ma mi ha reso più forte, più preparata e più adulta.
Mi sono comprata un paio di libri sul diritto francese e me li sono studiata.

Poi sono tornata alla carica e ho cercato un altro lavoro.

Sono finita ad occuparmi di strane vecchiette e contesse incontinenti, ero la loro assistente, la loro badante, la loro cuoce e spesso ero anche il loro oggetto di scherno. Mi hanno chiamato serva. E ogni volta ho telefonato a casa e ho trovato il sosegno amorevole della mia famiglia e dei miei amici.

Sono rimasta fino alla fine del contratto, fino alla partenza per Nancy.

Il sabato andavo anche a 80km da Nantes, e a volte anche la domenica per dare corsi di teatro e mettere in piedi due spettacolo. Quello si che é stato un signor lavoro!!!

Nel mentre mi ero anche iscritta all’università anche se in un corso diverso dato che il mio non potevo portarlo a termine e che sentivo che senza studiare mi perdevo qualcosa, qualcosa che mi è sempre piaciuto.

Io e Cedric stavamo bene insieme. Lavoravamo molto, ci siamo visti poco e i libri di studio erano i miei sfoghi.

Loro e qualche amico Nantese a cui tengo tutt’ora.

Ho finito l’anno come 4 della classe o 6 forse, non ricordo, con voti bellissimi e contenta di averlo fatto perché essere italiana in una classe di soli francesi e con dei buoni risultati risollevava il mio spirito, sopprattutto dopo ore a cambiare pannoloni di illustri sconosciute poco simpatiche e con sadiche abitudini.

A maggio del 2012 ho aperto il blog e poco a poco la mia vita é cambiata.

Mi sono sentita meno sola, in balia di una vita che mi ero cercata ma che non riuscivo ad apprezzare.
I miei amici a casa, e la famiglia leggono quello che scrivo, e cosi li sento vicini.

Mamma e nonne mi spediscono ricette ed ingredienti da provare, voi mi leggete e siete sempre di più, ho iniziato a firmare cose, contrattini e poi ci siamo trasferiti a Nancy.

Ed é stata una rivoluzione.

Casa mi manca, sempre di più , sono pronta a tornare per un annetto o giu di li, non mi sento come se avessi perso tutto, mi sento come un espatriata, tra tanti, che ci sta riuscendo.

Ora sono animatrice, do corsi di cucina ai bimbi, a breve molte altre cose si realizzeranno e intanto il blog cresce ancora.

Nancy, una città sulla quale non avrei scommesso un centesimo mi sta portando felicità e realizzazione, e anche se qui mi sento sola e lontana da casa e vorrei poter vivere le due metà della mia vita in modo completo, so che quest’anno é iniziato bene, che posso scrivere per dei giornali, che posso scrivere per me stessa e per voi.

Che posso cucinare e che a breve lo faro’ per un pubblico maggiore.

Per quelli che vogliono partire dico solo che devono tenersi stretta la loro idea, che devono vivere a pieno il loro sogno ma che non devono partire pensando sia facile perché quello é stato il mio errore più grande.

Niente é facili quando lo si affonta da soli, lontano da casa.

Io inizio dolcemente a sentirmi realizzata e anche se la nostalgia di casa persiste forte in me, so che quest’anno ho avuto grandi soddisfazioni e che se mi impegno ogni giorno, come sto facendo, alla fine gli sforzi pagano, e anche se cosi non fosse potro girarmi verso altre opportunità, ho imparato che anche quando sono sconfitta non ho realmente perduto perché la fuori altre mille opportunità si presentarenno se sapro’ andarmele a cercare.

Ecco, ora sapete qualcosa in più di me, non posso dire che sappiate tutto perché dal 2007 a oggi molte altre cose si potrebbero dire, ma sapete qualcosa in più e questo é sempre un bene.

Buona Giornata a tutti, lettori, famiglia e amici!!!

P.S. Ammetto che non ho scritto tutto questo per voi, ma anche per me, perché quando saro’ una vecchiarella potro’ ancora leggere il mio passato e ricordarmi una parte importante della mia vita!


News 2014!!!

Brescia, Piazza Loggia


        E PROGETTI!!!

Buongiorno a tutti,
Come è iniziata la vostra settimana? 
Il mio inizio settimana … diciamo che è stato come sempre tragicomico.

Il pullman che mi ha ripostato a Nancy dall’Italia era guidato da un autista che non sapeva parlare nessuna delle lingue che conosco… ne in francese,ne in italiano, ne in spagnolo e parlava un inglese cosi ridotto che per aiutare gli altri passeggeri mi son quasi dovuta mettere a mimare le loro richieste… i sedili erano cosi

Siamo solo in due… ma con 6 bagagli!
Vista da Illasi, provincia di Verona

ravvicinati che il mio ginocchio malconcio ha subito parecchio e ora sono qui sul divano con la fascia e non posso proprio piegarlo … E inoltre faceva cosi caldo su quel maledetto bus che se non sono svenuta è stato un miracolo.
Ma per lo meno mi ha portato a casa senza spendere troppi soldi e senza dover cambiare troppe coincidenze come sarebbe invece successo con il percorso in treno.
Siamo arrivati, siamo vivi ed è già qualcosa …

Vista da Illasi, provincia di Verona

Le vacanze in Italia sono state intense, intensamente ricche di cose da fare, amici da vedere, giornate pienissime con la famiglia e momenti meravigliosi che sono fuggiti cosi in fretta da farmi pensare che una settimana di più a Brescia sarebbe comunque stata corta.

Mi sentivo un po scema, in lacrime sul pullman con tutti a meno di dieci centimetri che mi sentivano singhiozzare ma è stato un pianto liberatorio ed ho finito con l’addormentarmi cosi le ore di viaggio sono passate rapidamente…

Tavola imbandita il giorno di Natale!

E ora che sono qui, nel mio mini salotto a Nancy ho il tempo per dedicarmi di nuovo al blog con assiduità ed anche alle altre cose che si stanno presentando a me in questi giorni.

Il blog, oltre a Nonno Nanni ha anche un altro paio di collaborazioni in corso ma, per scaramanzia, non vi dico ancora con chi… aspetto di vedere il tutto nero su bianco prima di potervene parlare.

Quello che posso già dirvi é che oltre ad essere Special Ambassador per la più antica rivista di cucina italiana a breve avro’ rapporti stretti ed interessanti anche con altre due riviste, che proprio oggi ho risposto ad un’intervita (ma con chi???) di quelle serie e dall’aria ben costruita e che non vedo l’ora che sia pubblicata e che a fine gennaio o giù di li saremo ospiti, io e il mio blog, di un programma radiofonico che parte dalla città di Boston (i la Boston in America per capirci) e che è dedicato a tutti gli espatriati come me.

Insomma l’anno 2014 dal punto di vista professionale è iniziato davvero alla grande, per non parlare di un altro paio di cosette che stanno anch’esse per succedere ma che tengo ancora segrete, e non solo per scaramanzia, ma per non restarci male io stessa se per caso dovessere finire in un nulla di fatto.


Che altro dirvi? A maggio, i miei “talenti”, se cosi li possiamo definire, di interprete sono stati assoldati per un festival internzionale di canto nel centro della Francia e sempre lo stesso mese, dovro’ anche ritornare in Italia, se… se… non vi dico nulla? o ve lo dico? No facciamo che vi lascio cosi con un se e anche qui incrocio le dita sperando siventi un SI.

Chissà se possiamo definire il 2014 l’anno della svolta … O se alla fine le cose resteranno cosi come sono …

In ogni caso sono iper eccitata da tutto quello che si sta presentando nella mia vita e mi rendo sempre più conto che solo il duro lavoro e la mia caparbia mi aiutano ad andare avanti, e che è grazie al blog se tutte queste meravigliose opportunità appaiono nella mia vita…

Sono piena di gratitudine verso tutte quelle persone che mi leggono e che mi sostengono, verso quegli amici che mi parlano da sempre in modo onesto mettendomi davanti ai miei difetti e pregi senza giri di parole, verso i miei genitori che mi han reso quella che sono e che son sempre pronti a correre in mio aiuto e che anche quest’anno mi hanno accolto a casa per le vacanze con tanta generosità e tanto amore.

Incorcio le dita e spero che tutto quello che arriva nella mia vita io sappia sempre accoglierlo, nel bene e nel male e farne qualcosa di positivo.

Casa mia mi mancherà sempre, non posso farci nulla, nonni, zii, cugini, parenti e amici … tutto mi manca ma queste vacanze mi hanno permesso di vedere oltre, sopprattutto grazie ad un’amica in particolare che ha saputo dirmi cio che pensa con onestà e tatto (un tatto che non avrei mai pensato potesse possedere).

Un GRAZIE in particolare va a mio fratello che mi aiuta e mi difende fin da sempre e continua a farlo anche quando nessuno se lo aspetta.

Spero che tutte queste novità vi interessino, che restiate là per sostenermi e che aumentiate sempre di più nel leggermi.

Spero che il 2014 sia un bellissmo anno anche per voi!

Jessika




News 2014!!!

Brescia, Piazza Loggia


        E PROGETTI!!!

Buongiorno a tutti,
Come è iniziata la vostra settimana? 
Il mio inizio settimana … diciamo che è stato come sempre tragicomico.

Il pullman che mi ha ripostato a Nancy dall’Italia era guidato da un autista che non sapeva parlare nessuna delle lingue che conosco… ne in francese,ne in italiano, ne in spagnolo e parlava un inglese cosi ridotto che per aiutare gli altri passeggeri mi son quasi dovuta mettere a mimare le loro richieste… i sedili erano cosi

Siamo solo in due… ma con 6 bagagli!
Vista da Illasi, provincia di Verona

ravvicinati che il mio ginocchio malconcio ha subito parecchio e ora sono qui sul divano con la fascia e non posso proprio piegarlo … E inoltre faceva cosi caldo su quel maledetto bus che se non sono svenuta è stato un miracolo.
Ma per lo meno mi ha portato a casa senza spendere troppi soldi e senza dover cambiare troppe coincidenze come sarebbe invece successo con il percorso in treno.
Siamo arrivati, siamo vivi ed è già qualcosa …

Vista da Illasi, provincia di Verona

Le vacanze in Italia sono state intense, intensamente ricche di cose da fare, amici da vedere, giornate pienissime con la famiglia e momenti meravigliosi che sono fuggiti cosi in fretta da farmi pensare che una settimana di più a Brescia sarebbe comunque stata corta.

Mi sentivo un po scema, in lacrime sul pullman con tutti a meno di dieci centimetri che mi sentivano singhiozzare ma è stato un pianto liberatorio ed ho finito con l’addormentarmi cosi le ore di viaggio sono passate rapidamente…

Tavola imbandita il giorno di Natale!

E ora che sono qui, nel mio mini salotto a Nancy ho il tempo per dedicarmi di nuovo al blog con assiduità ed anche alle altre cose che si stanno presentando a me in questi giorni.

Il blog, oltre a Nonno Nanni ha anche un altro paio di collaborazioni in corso ma, per scaramanzia, non vi dico ancora con chi… aspetto di vedere il tutto nero su bianco prima di potervene parlare.

Quello che posso già dirvi é che oltre ad essere Special Ambassador per la più antica rivista di cucina italiana a breve avro’ rapporti stretti ed interessanti anche con altre due riviste, che proprio oggi ho risposto ad un’intervita (ma con chi???) di quelle serie e dall’aria ben costruita e che non vedo l’ora che sia pubblicata e che a fine gennaio o giù di li saremo ospiti, io e il mio blog, di un programma radiofonico che parte dalla città di Boston (i la Boston in America per capirci) e che è dedicato a tutti gli espatriati come me.

Insomma l’anno 2014 dal punto di vista professionale è iniziato davvero alla grande, per non parlare di un altro paio di cosette che stanno anch’esse per succedere ma che tengo ancora segrete, e non solo per scaramanzia, ma per non restarci male io stessa se per caso dovessere finire in un nulla di fatto.


Che altro dirvi? A maggio, i miei “talenti”, se cosi li possiamo definire, di interprete sono stati assoldati per un festival internzionale di canto nel centro della Francia e sempre lo stesso mese, dovro’ anche ritornare in Italia, se… se… non vi dico nulla? o ve lo dico? No facciamo che vi lascio cosi con un se e anche qui incrocio le dita sperando siventi un SI.

Chissà se possiamo definire il 2014 l’anno della svolta … O se alla fine le cose resteranno cosi come sono …

In ogni caso sono iper eccitata da tutto quello che si sta presentando nella mia vita e mi rendo sempre più conto che solo il duro lavoro e la mia caparbia mi aiutano ad andare avanti, e che è grazie al blog se tutte queste meravigliose opportunità appaiono nella mia vita…

Sono piena di gratitudine verso tutte quelle persone che mi leggono e che mi sostengono, verso quegli amici che mi parlano da sempre in modo onesto mettendomi davanti ai miei difetti e pregi senza giri di parole, verso i miei genitori che mi han reso quella che sono e che son sempre pronti a correre in mio aiuto e che anche quest’anno mi hanno accolto a casa per le vacanze con tanta generosità e tanto amore.

Incorcio le dita e spero che tutto quello che arriva nella mia vita io sappia sempre accoglierlo, nel bene e nel male e farne qualcosa di positivo.

Casa mia mi mancherà sempre, non posso farci nulla, nonni, zii, cugini, parenti e amici … tutto mi manca ma queste vacanze mi hanno permesso di vedere oltre, sopprattutto grazie ad un’amica in particolare che ha saputo dirmi cio che pensa con onestà e tatto (un tatto che non avrei mai pensato potesse possedere).

Un GRAZIE in particolare va a mio fratello che mi aiuta e mi difende fin da sempre e continua a farlo anche quando nessuno se lo aspetta.

Spero che tutte queste novità vi interessino, che restiate là per sostenermi e che aumentiate sempre di più nel leggermi.

Spero che il 2014 sia un bellissmo anno anche per voi!

Jessika




Gita a Cittadella

Vi regalo qualche foto di Cittadella, cosi magari vi invoglio a farci un giro.
La parte paterna della famiglia viene da li.
E io ci ho lasciato il cuore!


Cittadella 

MINI STORIA:

Cittadella (Sitadèa in veneto) è un comune italiano di 20.025 abitanti della provincia di Padova nel Veneto.

La città, con la sua cinta muraria, sorse nel 1220 e per volontà del comune di Padova. La costruzione fu diretta da Benvenuto da Carturo. Da allora, gli elementi più caratteristici della cittadina furono proprio l’eccezionalità dell’anello murario e la posizione strategica, ricoperta nell’ambito del territorio padovano.


Fin dall’età del bronzo risulta documentata la presenza dell’uomo nella zona in cui sorse Cittadella.

La leggenda, che ormai si mischia alla storia narra che in realtà la città di Cittadella sia stata fondata dal conte PIERO detto IL BUONO, antenato e capostipite della famiglia PIEROBON che costrui Cittadella a circa 20 km dalle altre grandi città Venete in quanto aveva capito che quello sarebbe stato un punto strategico per il commercio.

E a me personalmente questa leggenda piace proprio, chissà perché…

E ora buon giro turistico a tutti e a domani, di ritorno in Francia per una nuova ricetta!

Cittadella fuori le mura, cielo azzurro e buonumore!

Qualcuno nota qualcosa di strano?

Cucina e Storia degli Alpini

In questi giorni sto mostrando a Cedric, il mio compagno un po tutte le cose che riguardano la storia della mia città e della mia famiglia sia dal lato materno che dal lato paterno, dal punto di vista storico e teorico ma anche dal punto di vista culinario. 
Dopo una gita fuori porta, nella città del nonno paterno, a Cittadella (a cui dedichero’ un post a breve) ci siamo interessati a tutte le avventure interessanti che ci raccontava papà, in particolare quando era nel corpo degli alpini e di come lo spirito di aggregazione, aiuto e rispetto che gli hanno insegnato sia ancora presente in lui.
Vi lascio qui sotto una breve storia di questi uomini di montagna e poi vi mostro cosa combina mio papà quando è lasciato ai fornelli.
Per la piccola storia, gli Alpini sono le truppe da montagna dell’Esercito Italiano, e rappresentano una specialità dell’arma di fanteria specializzata nella guerra sui terreni montani.
Il corpo degli alpini è nato il 15 ottobre 1872 ed è il più antico corpo di fanteria montano attivo nel mondo.
Essi si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l’Austria-Ungheria, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe da montagna austriache e tedesche.
Oggi si occupano, in un organizzatissimo sistema di volontariato, di tutte le popolazioni che hanno bisogno di ricostruzioni e aiuti a causa di terremoti o catastrofi naturali.
Ogni anno in Italia c’é un raduno, in una diversa città dello stivale in cui si celebra il coraggio degli alpini più anziani e si trasmettono le tradizioni ai più giovani.
Il tutto è corredato da pranzi infiniti a base dei più classici piatti della tradizione alpina come polenta e i panini con le salamine!

E qui veniamo al papà che abbiamo gentilmente obbligato a rifarci i panini con la salmina e le cipolle della mia infanzia.

Ci siamo muniti di macchia fotografica ed eccovi il risultato.
Semplice, buonissimo e alpino!

INGREDIENTI:
un panino per ogni commensale
una salamina mantovana a testa
1/2 cipolla a testa
1 dado ogni 5 persone
acqua qb

PREPARAZIONE:
Come dicevo prima è davvero semplicissimo.
Tagliate le cipolle a fettine sottilissime e mettetele in una padella,.
Fatele tostare e sbriciolate il dado sulle cipolle.
Qualche istante prima di toglierle, quando la padella è ben calda aggiungete una tazzina da caffé piena di acqua, lasciatela evaporare e poi mettete le cipolle da parte.
In una padella antiaderente o su una griglia ben calda fate 
cuocere le salamine, con la pelle ed aperte a metà in modo che non si sfacciano sparpagliandosi un po ovunque.
Ogni salamina deve cuocere per 4 o 5 minuti per parte per essere ben cotta ma morbida all’interno in modo che il “sugo” prodotto dalla salamina bagni il pane dandogli ancora più gusto.
Scaldate il pane tagliato a menta in un’altra pentola e poi preparate i panini.
Una buona birra belga per accompagnare il tutto e il gioco è fatto!



BUON APPETITO!





Cucina e Storia degli Alpini

In questi giorni sto mostrando a Cedric, il mio compagno un po tutte le cose che riguardano la storia della mia città e della mia famiglia sia dal lato materno che dal lato paterno, dal punto di vista storico e teorico ma anche dal punto di vista culinario. 
Dopo una gita fuori porta, nella città del nonno paterno, a Cittadella (a cui dedichero’ un post a breve) ci siamo interessati a tutte le avventure interessanti che ci raccontava papà, in particolare quando era nel corpo degli alpini e di come lo spirito di aggregazione, aiuto e rispetto che gli hanno insegnato sia ancora presente in lui.
Vi lascio qui sotto una breve storia di questi uomini di montagna e poi vi mostro cosa combina mio papà quando è lasciato ai fornelli.
Per la piccola storia, gli Alpini sono le truppe da montagna dell’Esercito Italiano, e rappresentano una specialità dell’arma di fanteria specializzata nella guerra sui terreni montani.
Il corpo degli alpini è nato il 15 ottobre 1872 ed è il più antico corpo di fanteria montano attivo nel mondo.
Essi si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l’Austria-Ungheria, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe da montagna austriache e tedesche.
Oggi si occupano, in un organizzatissimo sistema di volontariato, di tutte le popolazioni che hanno bisogno di ricostruzioni e aiuti a causa di terremoti o catastrofi naturali.
Ogni anno in Italia c’é un raduno, in una diversa città dello stivale in cui si celebra il coraggio degli alpini più anziani e si trasmettono le tradizioni ai più giovani.
Il tutto è corredato da pranzi infiniti a base dei più classici piatti della tradizione alpina come polenta e i panini con le salamine!

E qui veniamo al papà che abbiamo gentilmente obbligato a rifarci i panini con la salmina e le cipolle della mia infanzia.

Ci siamo muniti di macchia fotografica ed eccovi il risultato.
Semplice, buonissimo e alpino!

INGREDIENTI:
un panino per ogni commensale
una salamina mantovana a testa
1/2 cipolla a testa
1 dado ogni 5 persone
acqua qb

PREPARAZIONE:
Come dicevo prima è davvero semplicissimo.
Tagliate le cipolle a fettine sottilissime e mettetele in una padella,.
Fatele tostare e sbriciolate il dado sulle cipolle.
Qualche istante prima di toglierle, quando la padella è ben calda aggiungete una tazzina da caffé piena di acqua, lasciatela evaporare e poi mettete le cipolle da parte.
In una padella antiaderente o su una griglia ben calda fate 
cuocere le salamine, con la pelle ed aperte a metà in modo che non si sfacciano sparpagliandosi un po ovunque.
Ogni salamina deve cuocere per 4 o 5 minuti per parte per essere ben cotta ma morbida all’interno in modo che il “sugo” prodotto dalla salamina bagni il pane dandogli ancora più gusto.
Scaldate il pane tagliato a menta in un’altra pentola e poi preparate i panini.
Una buona birra belga per accompagnare il tutto e il gioco è fatto!



BUON APPETITO!





Auguri a Tutti!!!

Buon anno a tutti i lettori del blog, spero che il vostro 2014 sia iniziato davvero con il botto!

Vi auguro tante meravigliose novità e vi ringrazio per avermi seguito in tutto il 2013 diventando sempre più numerosi e assidui nella lettura dei miei post, dai più disastrati ai più divertenti, dai post meno interessanti a quelli più utili. 
Grazie a tutti per la vostra voglia di leggermi e di ricondividere quello che pubblico!
Buon anno di tutto cuore!

Natale 2013

Buon Natale a tutti… spero siate felici, circondati dalle persone che amate e che vi amano e pieni di gioia…oltre che di ottimi piatti natalizi!
AUGURI !!! E a più tardi per la ricetta di oggi!!!