Ricette

Filetto di merluzzo agli asparagi dello Chef Metzelard

PicsArt_1402385521007Ieri sono andata in fiera, come vi avevo anticipato domenica e vi giuro mi sentivo come una bambina nel paese dei balocchi.

O come una di quelle fan sfegatate che incontrano il loro cantante preferito.

O come se stessi per vincere al lotto.

Insomma, ero emozionata, iper-eccitata e anche un bel po’ nervosa.

E non tanto per la fiera che si é rivelata comunque piuttosto interessante, ma sopprattutto perché stavo per conoscere uno dei miei miti culinari, uno tra i tanti certo ma comunque un accidenti di chef, uno vero, che stava per tenere una lezione di cucina in diretta.

Lo Chef Metzelard, un cuoco con un passato piuttosto interessante come cuoco del palazzo del governo già negli anni ’80 e che ora tiene un ristorante, “La Mignardise” qui in Lorena.

E vi diro’ che non solo ho potuto conoscerlo e seguire il suo corso di cucina, ma anche intervistarlo, fare una foto con lui e ottenere il suo libro di ricetta autografato.

SONY DSCUn po mi dispiace per le personcine che se ne stavano la e guardavano il cuoco in azione sui maxi-schermi mentre io stavo ad un passo da lui con la mia macchian fotografica ma insomma, sono cose che capitano di raro e ne ho approfittato il più possibile. Avevo gli occhi che luccicavano e respiravo la passione di questo grand uomo per la cucina. Ero semplicemente emozionata.

Sinceramente é stata una gran bella esperienza e lo Chef mi ha acnhe permesso di fotografate il suo pîatto finito e di regalarvi la ricetta, gran signore questo Metzelard!

Preparate carta e penna allora e scrivetevi come fare perché la ricetta di oggi é prorpio uno spettacolo!

SONY DSCFiletto di merluzzo agli asparagi

INGREDIENTI:

(per 4 persone)

4 filetti di merluzzo da circa 200gr a persona

1 mazzo di asparagi

70 gr di burro

2 carote (circa 150gr)

2 rape (circa 120gr)

4 ravanelli

SONY DSCun filo d’olio EVO

E per la salsa al burro:

1dl di aceto bianco

1 dl di vino bianco

50 gr di scalogno

1 dl di panna da cucina

50 gr di burro

6 funghi

sale e pepe

1/2 cipolla

dragoncello qb

PREPARAZIONE:

Per prima cosa fate colorare il pesce in una padella antiaderente con un filo di olio d’oliva e 20 gr di burro.

Mentre il merluzzo inizia a cuocere “sbucciate” gli asparagi (si lo chef sbuccia gli asparagi, cosi tanto per complicarci la cosa).

Una volta sbucciati fateli saltare nel burro per circa 15 minuti ma non tutti, tenetene da parte quelcuno da cuocere all’inglese (in acqua salata insomma) e da usare come decorazione alla fine. Gli asparagi cotti all’ingelse, una volta tolti dall’acqua bollente, li dovrete mettere in una ciotola con acqua fredda e ghiaccio in modo che mantengano il loro verde acceso.

In seguito sbucciate le carote, le rape e i ravanelli e tagliateli in tanti piccoli cerchi come se fossero coriandoli colorati. Fateli sbollentare 5 minuti nell’acqua degli asparagi.

Fate saltare i funghi in padella con il burro rimasto, sale, pepe e cipolla.

Togliete il pesce dalla padella e mettetelo in forno per circa 10 minuti a circa 150°.

Mentre tutto questo cuoce e vi state ancora chiedendo quante mani servono per realizzare la ricette, dovrete smettere di porvi delle domande e concentrarvi sulla salsa al burro e dragoncello.

Per cui iniziamo. Fate ridurre il vino bianco, l’aceto e 50 gr di scalogno tagliato finemente.

Aggiungete un dl di panna da cucina, i 50 gr di burro e il dragoncello sminuzzato.

E ora impiattate partendo dai funghi e dagli asparagi. Poi il pesce, poi le verdure tagliate a coriandoli, poi gli asparagi decorativi e infine la salsa al burro.

E dopo questo enorme sforzo potete finalmente riposarvi e crogiolarvi nell’idea di aver compiuto un miracolo culinario.

Stanchi e sudati potrete sedervi da qualche parte e concedervi 5 minuti di pausa prima di servire in tavola il vostro manicaretto.

buon-appetito-1-

Per il resto la fiera é stata interessante e spossante, con 35 gradi all’ombra, nessun tipo di climatizzatore, ventilatore o ventaglio.

Siamo usciti da li (io e il mio uomo, fotografo dell’evento) con qualche souvenir gastronomico proveniente dai 4 angoli del mondo, prosciutto crudo italiano, spezie indiane, birra corsa e il super libro di ricette dello Chef con tanto di dedica.

Dell’intervista allo chef potrei dirvi mille cose anche se il tempo per fargli delle domande é stato poco ma una cosa sola merita davvero di essere ritenuta, una frase che mi ha fatto piacere sentire, che mi ha fatto riflettere che che voglio condividere con voi: “Il mio successo non lo devo solo alle mie abilità di cuoco ma al palato dei miei clienti che mi rendono fiero di quello che faccio ad ogni assaggio. ”

Insomma un uomo umile nonostante il suo ristorante se ne stia nelle più grandi guide gastronomiche mondiali!

Grand bell’esperienza, davvero!

Ora vi lascio a qualche foto della fiera dove, tra l’altro, ho visto anche una mostra sulla storia del rock dagli ani ’50 ad oggi, molto interessante.

E noi ci ritroviamo al più presto per una nuova ricetta!

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Filetto di merluzzo agli asparagi dello Chef Metzelard

PicsArt_1402385521007Ieri sono andata in fiera, come vi avevo anticipato domenica e vi giuro mi sentivo come una bambina nel paese dei balocchi.

O come una di quelle fan sfegatate che incontrano il loro cantante preferito.

O come se stessi per vincere al lotto.

Insomma, ero emozionata, iper-eccitata e anche un bel po’ nervosa.

E non tanto per la fiera che si é rivelata comunque piuttosto interessante, ma sopprattutto perché stavo per conoscere uno dei miei miti culinari, uno tra i tanti certo ma comunque un accidenti di chef, uno vero, che stava per tenere una lezione di cucina in diretta.

Lo Chef Metzelard, un cuoco con un passato piuttosto interessante come cuoco del palazzo del governo già negli anni ’80 e che ora tiene un ristorante, “La Mignardise” qui in Lorena.

E vi diro’ che non solo ho potuto conoscerlo e seguire il suo corso di cucina, ma anche intervistarlo, fare una foto con lui e ottenere il suo libro di ricetta autografato.

SONY DSCUn po mi dispiace per le personcine che se ne stavano la e guardavano il cuoco in azione sui maxi-schermi mentre io stavo ad un passo da lui con la mia macchian fotografica ma insomma, sono cose che capitano di raro e ne ho approfittato il più possibile. Avevo gli occhi che luccicavano e respiravo la passione di questo grand uomo per la cucina. Ero semplicemente emozionata.

Sinceramente é stata una gran bella esperienza e lo Chef mi ha acnhe permesso di fotografate il suo pîatto finito e di regalarvi la ricetta, gran signore questo Metzelard!

Preparate carta e penna allora e scrivetevi come fare perché la ricetta di oggi é prorpio uno spettacolo!

SONY DSCFiletto di merluzzo agli asparagi

INGREDIENTI:

(per 4 persone)

4 filetti di merluzzo da circa 200gr a persona

1 mazzo di asparagi

70 gr di burro

2 carote (circa 150gr)

2 rape (circa 120gr)

4 ravanelli

SONY DSCun filo d’olio EVO

E per la salsa al burro:

1dl di aceto bianco

1 dl di vino bianco

50 gr di scalogno

1 dl di panna da cucina

50 gr di burro

6 funghi

sale e pepe

1/2 cipolla

dragoncello qb

PREPARAZIONE:

Per prima cosa fate colorare il pesce in una padella antiaderente con un filo di olio d’oliva e 20 gr di burro.

Mentre il merluzzo inizia a cuocere “sbucciate” gli asparagi (si lo chef sbuccia gli asparagi, cosi tanto per complicarci la cosa).

Una volta sbucciati fateli saltare nel burro per circa 15 minuti ma non tutti, tenetene da parte quelcuno da cuocere all’inglese (in acqua salata insomma) e da usare come decorazione alla fine. Gli asparagi cotti all’ingelse, una volta tolti dall’acqua bollente, li dovrete mettere in una ciotola con acqua fredda e ghiaccio in modo che mantengano il loro verde acceso.

In seguito sbucciate le carote, le rape e i ravanelli e tagliateli in tanti piccoli cerchi come se fossero coriandoli colorati. Fateli sbollentare 5 minuti nell’acqua degli asparagi.

Fate saltare i funghi in padella con il burro rimasto, sale, pepe e cipolla.

Togliete il pesce dalla padella e mettetelo in forno per circa 10 minuti a circa 150°.

Mentre tutto questo cuoce e vi state ancora chiedendo quante mani servono per realizzare la ricette, dovrete smettere di porvi delle domande e concentrarvi sulla salsa al burro e dragoncello.

Per cui iniziamo. Fate ridurre il vino bianco, l’aceto e 50 gr di scalogno tagliato finemente.

Aggiungete un dl di panna da cucina, i 50 gr di burro e il dragoncello sminuzzato.

E ora impiattate partendo dai funghi e dagli asparagi. Poi il pesce, poi le verdure tagliate a coriandoli, poi gli asparagi decorativi e infine la salsa al burro.

E dopo questo enorme sforzo potete finalmente riposarvi e crogiolarvi nell’idea di aver compiuto un miracolo culinario.

Stanchi e sudati potrete sedervi da qualche parte e concedervi 5 minuti di pausa prima di servire in tavola il vostro manicaretto.

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Per il resto la fiera é stata interessante e spossante, con 35 gradi all’ombra, nessun tipo di climatizzatore, ventilatore o ventaglio.

Siamo usciti da li (io e il mio uomo, fotografo dell’evento) con qualche souvenir gastronomico proveniente dai 4 angoli del mondo, prosciutto crudo italiano, spezie indiane, birra corsa e il super libro di ricette dello Chef con tanto di dedica.

Dell’intervista allo chef potrei dirvi mille cose anche se il tempo per fargli delle domande é stato poco ma una cosa sola merita davvero di essere ritenuta, una frase che mi ha fatto piacere sentire, che mi ha fatto riflettere che che voglio condividere con voi: “Il mio successo non lo devo solo alle mie abilità di cuoco ma al palato dei miei clienti che mi rendono fiero di quello che faccio ad ogni assaggio. ”

Insomma un uomo umile nonostante il suo ristorante se ne stia nelle più grandi guide gastronomiche mondiali!

Grand bell’esperienza, davvero!

Ora vi lascio a qualche foto della fiera dove, tra l’altro, ho visto anche una mostra sulla storia del rock dagli ani ’50 ad oggi, molto interessante.

E noi ci ritroviamo al più presto per una nuova ricetta!

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Fiera Internazionale di Nancy

expo nancyEbbene si, dopo qualche giorno di post che vengono e che vanno ho finalmente trovato qualcosa su cui lavorare, anzi, é questo qualcosa che ha trovato me. Domani ho appuntamento con una nuova fiera culinaria e musicale (strana associazione lo ammetto) che si tiene a Nancy questo mese.

In onore dell’ottantesimo anniversario di questa fiera ci saranno appuntamenti tutta la settimana con grandi star musicali e rinomati chef francesi.

E un po per fortuna e un po perché pare che a Nancy il mio blog sia conosciuto (non chiedetemi come o perché, non ne ho idea) eccomi con il mio pass stampa, un paio di biglietti del tram e il morale alle stelle perché tutti gli chef che incontrero’ proporranno nuove meravigliose ricette e faranno delle degustazioni dei loro piatti faro!

Inoltre sono previsti villaggi a tema con piatti tipici di tutti i continenti, cocktail rinfrescanti e musica dal vivo!

Cosa chiedere di più???

Sono emozionata come una bambina!

A domani a tutti e buona domenica!

E io ora me ne torno a squagliarmi al sole, prima che esso scompaia dal cielo di Nancy come annuncia la poco simpatica miss-meteo!

Festa della Natura e Terme a Nancy

2014-05-03-nature-en-feteCome dicevo nell’articolo precedente, ieri per caso siamo capitati davanti ad un parco bellissmo non lontano da casa che non avremmo mai scoperto se non ci fossimo persi come dei pirla.

Questo parco, di circa 8 ettari ospitava in questi giorni la festa della natura, 100 espositori tra giardinieri, bancarelline di fioristi, prodotti per giardini e semi di piante di ogni sorta, e un po’ di bancarelle di prodotti del territorio. La lorena era messa in primo piano su ogni stand ed é stato particolarmente emozionante scoprire un parco cosi grande a nemmeno 5 minuti da casa.

E dire che ho esplorato Nancy in lungo e in largo senza mai spingermi verso il lato ovest della città perché aveva l’aria ininteressante… E invece!!!

E oltre a questo parco (dove per fortuna siamo andati con soli 4 euro in tasca per evitare di comprare assurdità varie come mio solito) abbiamo anche scoperto che Nancy ha delle terme.

Dal 1909 dell’acqua a 36° é sgorgata quasi per magia (o cosi dice il pannello esplicativo) e in questo luogo random della città hanno cotruito una struttura meravigliosa che per l’appunto ora ospita delle terme, note in tutta la regione, tranne ovviamente alla sottoscritta!

Vi lascio qualche foto della manifestazione e delle terme qui sotto.

Con i nostri 4 euro ci siamo comprati solo due bottigliette di birra artigianale, prodotta a meno di 20 chilometri da casa, che aveva l’aria davvero interessante.

Ho un po rimpianto di non essermi portata almeno un paio di euro in più perché c’era anche una bancarella di spezie, tutte colorate e profumatissime che mi diceveno “Comprami, comprami!” e purtroppo, la manifestazione sta chiudendo per cui quelle belle spezie se ne torneranno da dove vengono senza che io abbia potuto farle mie!

E ora vi lascio alle foto mentre mi informo su quando i lavori delle terme finiranno e quando questo posto riaprirà al pubblico perché spero proprio di poterci andare prima di lasciare la città anche perché una giornata alle terme qui costa 18 euro, nulla a che vedere con i prezzi italiani, eh!!!

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Fiere e Expo? PRECAUZIONI PER L’USO!

“Foire international aux fromages et aux vins français.”

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Vi dico fin da subito che il risultato della mia spedizione alla scopera dell’enogastronomia francese é un gran mal di piedi, un mal di gola allucinante, la testa che ronza e qualche liena di febbre.

Allora questa fiera, mi é piaciuta?

Direi che é una delle fiere più complete e interessanti alla quali io abbia mai potuto partecipare, una delle meglio roganizzate (a parte alcuni piccoli dettagli di cui vi parlero’ in seuito) e anche una delle più grandi a parte forse l’expo universale di Lisbona del 1998…

Oltre 350 espositori, per un numero minimo di 700 artigiani, viticoltori e produttori si sono riuniti per QUATTRO GIORNI all’insegna dell’enogastronomia francese.

La fiera proponeva svariate degustazioni, più di quante uno stomaco umano potesse realmente sopportare, corsi di cucina e anche qualche dimostrazione dal vivo su come creare un piatto piuttosto che un altro a partire dai prodotti esposti (sopprattuto, come lo dice il nome della fiera, vini e formaggi).

L’esagono (la Francia insomma) offre davvero un numero spropositato di formaggi differenti e ogni produttore partecipava ad una competizione per essere eletto miglio produttore di formaggio della nazione.

Insomma fino a qui tutto bello ed interessante, nulla di particolarmente inaspettato anche se ho comunque potuto scoprire molti prodotti a me ignoti fino a ieri e rivalutare altri prodotti che avevo sottostimato negli ultimi tempi.

Il problema qual’era allora? Per prima cosa il posto in cui si situava la manifestazione, completamente sprovvisto di parcheggi, male indicato nonostante in centro a Parigi ci fossero cartelloni ovunque e poster della fiera, più ci si avvicinava al luogo più le indicazioni diminuivano fino alla completa disparizione.

Un altro punto un po cosi cosa, che mi ha fatto un po ainnervosire era la disposizione degli stand, cosi vicini tra loro da non permettere una buona circolazione in tutto il salone dell’esposizione e quindi l’irrimediabile crearsi di ingorghi umani, calore e nervosismo generale.

Per attennuare questo stress offrivano pero’ degustazioni non stop di almeno un centinaio di vini differenti, e mentre io mi ci recavo un po per passione e un po per lavoro ed ho bevuto un gran poco, sono spesso finita naso a naso con gente particolarmente ubriaca e molesta.

L’expo resta comuqnue molto interessante e ho potuto fare incetta di prodotti davvero particolari, ma vi offro un consiglio, libero e gratuito: non cercate di andarci con i tacchi, perché mentre cercate di apparire belli ed eleganti i vostri piedi inizieranno a ricorcarvi che se loro non sono comodi non si va da nessuna parte e tornerete a casa doloranti per niente.

Ed un ultimo consiglio, quello di fissarvi un budget di spesa, prima di arrivare alla fiera, per non cedere alla tentazione dei numerosi artigiani, cosi appassionati per i loro prodotti e, spesso bravi commerciali. Potreste ritrovarvi, come uno dei miei accompagnatori, con circa 200 euro di vini e formaggi in una borsina di plastica senza sapere nemmeno perché li avete comprati.

Un voto? Se devo comparare questa fiera, e quella recentemente visitata in Italia (Golositalia) penso che vinca la Francia, anche se di poco, ma forse, dico cosi solo perché ieri a Parigi mi hanno fatto davvero girare la testa, con i loro stend colorati, i loro prodotti incredibili e i vari omaggi con cui tutti siamo tornati a casa…

Da rifare, l’anno prossimo per la 48esima edizione, con scarpe da ginnastica, una borsa più capiente e una sciarpa perché non si sa come ma c’é stato un problema con l’aria condizionata e nella fiera faceva un freddo incredibile e io ovviamente sono tornata a casa malata!

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Pomponette in missione a …

yapyapPARIS …

Ebbene si, per qualche giorno me ne vado a PARIGI, la ville lumière, la citta dell’amore e anche il centro nevralgico dell’enogastronomia francese…

Tutto l’anno é un susseguirsi di manifestazioni, fiere ed esposizioni di ogni genere, ma i nostri cari amici francesi sono particolarmente fieri di un paio di cosette, dal punto di vista culinario… di cosa sto parlando? Ma ovvio, dei loro 300 tipi differenti di formaggio e dei ben 561 vini che offre il territorio francese.

E cosi, in missione poco segreta, partecipero’ alla 28esima esposizione internazionale dei

formaggi e dei vini … grande orgoglio del popolo gallo!

E non solo ma partecipero’ in veste di blogger ufficiale, sempre che, vedendomi un po’ rotondetta non cambino idea pensando che io mi lanci su tutti i formaggi esposti ( e ce ne saranno tanti, pare che siano previsti più di 200 espositori)! eiffel-tower-paris-2

E tra una cosa e l’altra magari riesco anche a rivedere la mia adorata Tour Eiffel!

E per chi si dovesse a trovare a Parigi in quei giorni…

“Foire internationale aux fromages et aux vins”

avenue Général-Leclerc
77120 COULOMMIERS

av.gen.leclerc

 

 

 

 

Pomponette vi racconta Golositalia

Eccomi qui, rientrata in terra francese, di nuovo seduta alla mia postazione pc e finalmente pronta a raccontarvi tutto della fiera enogastronomica della quale vi avevo accennato.

Da sapere é che é alla sua terza edizione e che, nonostante tutto, se ne esce con un bel voto.

Alla fiera erano presenti tanti espositori dai più conosciuti ai meno ed io é proprio di quelli che mi sono interessata, ma si potevano trovare anche alcune degustazioni, dei seminari e dei corsi più o meno interessanti.
Quello che mi ha colpito particolarmente sono i piccoli imprenditori che a parer mio offrivano alcuni prodotti piuttosto interessanti e differenti dal solito.


I colori, i profumi e i sapori si mischiavano
tra loro rendendo la visita all’esposizione più che invitante.
Ho preso alcuni contatti per il blog con delle piccole e medie imprese che proponevano oli extra vergine d’oliva della mia città, del miele dall’aria e dal sapore incantevoli e alcune spezie per la cucina profumatissime.
L’accoglienza, da parte di quasi tutti gli stand era energica e la gente sorridente, tranne forse uno stand, il solo con il quale non ho potuto parlare, una ditta che proponeva menu per ristoranti e che ha risposto freddamente a qualsiasi mia domanda facendomi pensare che non tutti gli imprenditori tengono a fare bella figura, peccato per loro perché non avranno una buona pubblicità, o per lo meno non da parte mia.

Ho assistito ad un seminario abbastanza interessante tenuto da una signora giapponese dotata nell’arte della parola, e ho deciso di non frequentare nessun corso, non perché non fossero interessanti ma perché il tempo era davvero poco.

A Golositalia si possono degustare prodotti di ogni dove e mi sono anche imbattuta in una paio di società francesi che si occupavano di paté vari e di ostriche (ahhh, ostriche, che bontà) e anche in una simpatica coppia che presentava dei macarons coloratissimi stando all’interno di un espositore, fatto anch’esso a forma di macaron!

La fiera era molto meno piena di quello che mi aspettavo ed é stato molto piacevole poter camminare tra i vari stand senza farsi spingere e sbatacchiare a destra e sinistra.

Mi sono concessa qualche minuto piacevole, seduta a bere un caffé e ad assaggiare una focaccia di recco davvero eccellente con mia mamma che si é gentilmente offerta di accompagnarmi in questa avventura culinaria finendo poi con il comprare alcuni prodotti tipici dei quali non potevamo proprio fare a meno, in senso ironico ovviamente, ma che ci han fatto proprio venir voglia di essere portati a casa con noi.

Abbiamo scoperto anche una piccola azienda che lavora con i pistacchi di bronte e con i quali spero di restare in contatto perché sono persone davvero affabili.

I gusti italiani erano in primo piano ma c’era anche la via della birra e qualche simpatica degustazione di vino alle quali non ci siamo fermate perché erano le 3 del pomeriggio e ci sembrava un po presto per cominciare ad assaggiare alcolici a destra e a manca. Vi parlero’ piu approfonditamente degli espositori nel prossimi giorni e anche dei prodotti che ho assaggiato, per ora mi soffermo solo sull’aria festiva che ho trovato in fiera, sull’organizzazzione un po sommaria nella quale mi sono imbattuta e sulle tonnellate di alimenti con i quali sarei volentiri tornata a casa.

Parlando dell’organizzazione mi sono trovata particolarmente bene a parlare telefonicamente con i due personaggi che ci occupavano degli accrediti stampa e sono rimasta piacevolmente colpita dalla loro disponibilità dopo i primi minuti di incomprensione generale perché risultavano due Jessika Pierobon.

Gentili anche le signorine alla cassa che mi hanno fornito un ingresso gratuito anche per la mia accompagnatrice e, molto cordiali anche i vari espositori a lasciarsi fotografare a fine giornata stanchi ma comunque sorridenti.

L’ambiante é dinamico, simpatico e interessante a tutti i livelli, alcune storie, di alcuni imprenditori meritano di essere raccontate e non manchero’ di farlo e dimostrano che con un impegno serio e continuo si riesce a creare qualcosa di veramente unico, buono e a funzionante nonostante questi tempi un po duri per quanto riguarda l’economia italiana.

Sinceramente, mi sono divertita a parlare con tutti quelli che hanno avuto modo di dedicarmi del tempo e ho anche alcuni prodotti nuovi che cercavo per il blog.

Inoltre, il mio collaboratore Marzio, che prepara i cocktail per noi ha tenuto un paio di corsi sulla preparazione di alcuni drink per conto della scuola che frequentava e mi é stato detto che la gente si é divertita molto con lui nel vederlo in azione.

Insomma GOLOSITALIA si merita un ball’OTTO e MEZZO e ha serie possibilità di crescita grazie a tutti i partecipanti, io me ne sono tornata a casa con una bella scorta di prodotti da provare e tante, tantissime storie da raccontare.

Ne é valsa la pene a vi consiglio di farvi un salto alla fiera oggi stesso se siete di Brescia, oppure l’anno prossimo perché per tutti gli amanti di gastronomia e buona cucina si possono scoprire tante novità.

FOTOGRAFIE a CURA di Eric PIEROBON

Il Viaggio a Golositalia

Buongiorno a tutti oggi un post speciale interamente dedicato a una fiera enogastronomica che si terrà a Brescia tra pochi giorni.
Ed ecco svelato uno dei motivi del mio ritorno in Italia di questa settimana.
Cercando di rendere il mio blog sempre più unico e completo ho deciso di partecipare a questa fiera interamente dedicata alla cucina italiana sperando di trovare qualche cosa interessante e nuova da poter condividere con voi.

Questa fiera si terrà dall’8 febbraio fino all’11 ed é alla sua terza edizione.

Ho scelto di partecipare perché é una fiera davvero completa con circa 400 espositori ma anche corsi di cucina, di pasticceria e varie degustazioni.
Golositalia, come la definisce uno dei comunicati stampa circolanti in rete da ormai qualche mese é una fiera nazionale dedicata alle eccellenze del settore enogastronomico e della ristorazione, gli espositori sono sia nazionali che internazionali e inoltre durante la manifestazione ci sarà la possibilità di partecipare, oltre ai corsi di cui vi palravo qui sopra e alle degustazioni anche a diversi seminari e ad alcune dimostrazioni in diretta.

Per me e per il blog sarà anche possibile conoscere e confrontarmi direttamente con i produttori e comprare alcuni prodotti particolari da poter utilizzare per le prossime ricette.

Sperando che tutto questo vi incuriosisca un po’ vi lascio anche il link del sito ufficiale di Golositalia.

http://www.golositalia.it/

Io partecipero’ come blogger per Pomponette ovviamente ma anche come redattrice per Cucinare Meglio e spero proprio di trovare qualche cosa interessante da poter condividere con voi nei prossimi giorni.

Vi lascio anche il link di Cucinare Meglio per poter trovare tutte le novità su questa fiera che scrivero’ per loro!

http://www.cucinare.meglio.it/cucina-italiana-vista-dall-estero.htm

Vous n’aurez pas l’Alsace et la Lorraine, ovvero Strasburgo, I Mercatini di Natale e i biscotti di Pain d’Epice!

Albero alto più di 5 piani!

AVVENTURE E DISAVVENTURE DI UN’ITALIANA IN:
ALSAZIA!

Al grido di “NON AVRETE MAI L’ALSAZIA e LA LORENA!!!”

Mi è sembrato stranissimo ieri non scrivere sul blog e non avere nenache nulla di pronto da inserire all’ultimo minuto.
Ormai mi occupo di questo spazio con cosi tanto impegno e cosi regolarmente che saltare un giorno mi è davvero sembrato strano.
Ma sono tornata con tante cose da raccontarvi per cui, se magari faccio un articolo molto lungo, recupero lo scompenso di ieri e mi sento a posto con me stessa.

In ogni caso ho passato tre giorni nella combattutissima regione dell’Alsazia, a caccia di mercatini di Natale, fiere Medievali e specialité locali da poter gustare, e imparare a fare.

Un week end molto romantico anche se come al solito, se non ci succede qualcosa noi non siamo contenti.

Partiamo pero’ da qualche cosa interessante… abbiamo deciso di andare a vedere i mercatini di Natale di Strasburgo, non perché a Nancy non ce ne siano ma perché i mercatini del capoluogo dell’Alsazia sono i più vecchi di tutta Europa e la cosa mi ispirava non poco.
Quando qualcosa è vecchio, grande e Natalizio non puo che non interessarmi insomma.Babbo Natale, i grandi Abeti illuminati, grandi e vecchi libri consunti impacchettati in carta rossa… tutta roba vecchia, grande e natalizia alla quale non posso proprio rinunciare.
Tornando a noi, il marcatino di Natale di Strasburgo sono stati creati nel 1570 ed é formato da più di 300 bancarelle, suddivise in dieci piazze.
Tutto questo richiama ovviamente moltissimi turisti, sopprattutto tedeschi e italiani che arrivano il sabato pomeriggio e occupano le bancarelle come fossero mosche appiccicate alla carta moschicida.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno!


Fortunatamente ho un ragazzetto non particolarmente stupido ( che se sa che parlo di lui cosi probabilmente mi appende nell’armadio, eheh) che immaginava tutto questo affluire di turisti e mi ci ha condotto il venerdi sera.
Il che non solo mi ha permesso di visitare quasi tutte le bancarelle in santa pace ma anche di perdere tempo a provare stupidi cappellini in forma di animale e rendermi ridicola per un bel po di tempo.
Purtroppo sono rinsavita all’ultimo momento e il mio magnifico cappello a forma di cicogna (che é il simbolo della città) non me lo sono comprata, e dico purtroppo perché a me quel cappelletto proprio piaceva!

Le differenti bancarelle in realtà vendono più o meno gli stessi prodotti, ci sono quelle con le decorazioni in legno, quelle con il vin Brulé, quelle con i cappelletti a forma di animale, quelle con i giochi di legno per i bambini e quelle con le diverse specialità eno-gastronomiche della regione.
Poi su una piazza che non nominero’ perché ha il nome in tedesco e proprio non riesco a ricordarmi come si scrive, c’è il mercatino delle associazioni umanitarie, animaliste e chi più ne ha più ne metta, dove si trovano quadretti, cibi dal mondo e anche Babbo Natale.
Dato che lui passava da li e che noi passavamo di li, ci siamo ovviamente fotografati insieme, non avrei mai potuto perdere l’occasione di essere immortalata con il signore in rosso.

Vi lascio qui sotto qualche foto dei mercatini e della visita della città.. una delle città più belle di Francia tra l’altro ,a mio modesto parere.
Sembra costruita li, sul momento, come fosse finta, pulita, calda, luminosa e magica.
Io me ne sono subito innamorata.

Dopo aver fatto il piano di Strasburgo e delle sue stradine meravigliose ci siamo spostati in giro per l’Alsazia senza mete precise e siamo capitati prima in una cittadina montana dal nome impossibile e in seguito nella città di Saverne che fino a ieri era completamente sconosciuta ai miei occhi ed ora mi chiedo il perché visto che in passato è stata sulla bocca di tutti, ma forse sono io che devo aver saltato lo studio di quel preciso periodo storico.
Va a sapere!

Quindi dicevo…
Qualche altra cosetta da sapere è che la povera regione dell’Alsazia, e quella della Lorena, è che per moltissimi anni Germania e Francia litigavano per possederle, e questo ben prima della Seconda Guerra.
E in particolare, la citta di Saverne non sapeva più dove collocarsi in quanto lungo tutto il 1800 e la prima parte del 1900 cambiava nazionalità ogni due per tre.
L’animo dei cittadini di Saverne restava pero’ aggrappato alla tradizione e alla cultura francese e questo particolare attaccamento alla France ha quesi fatto scoppiare la prima guerra mondiale con un paio di annetti di anticipo per noi 1(5-18) e con un anno di anticipo per loro (14-18).

Castello di Rohan

Nel 1913 un luogotenente tedesco tale Forstner che si trovava a Saverne nel castello della città ,all’epoca utilizzato come sede dell’esercito’, ebbe la buonissima idea di trattare una manciata di soldati francesi da “Voyoux” ovvero da monelli o mascalzoni in un momento in cui i rappiorti tra francia e impero prussiano erano già molto incrinati.
Questo piccolo diverbio, che ora riterremo ridicolo, ha fatto il giro dell’Europa ed è giuto alle orecchie dell’imperatore in pochissimo tempo.
Quello che ora conosciamo come “L’incidente di Saverne” è stato all’epoca un grave scandalo, ampiato dai giornalisti e passato di bocca in bocca, una decina di libri sono stati scritti all’epoca su questo soggetto, sono stati tirati in ballo i giudici, e il luogotenente all’epoca poco più che ventanne ha dovuto girare con la scorta per non essere picchiato dai francesi.
E sopprattutto, si è sfiorato l’incidente diplomatico e l’inizio della prima guerra mondiale nel 1913.

Questo aneddoto storico era raccontato in un’esposizione (con tanto di foto, libri, testi vari e manifesti) nel castello di Rohan a Saverne per l’appunto, luogo dove ho anche potuto vedere una seconda esposizione su un personaggio femminile degli anni 30, tale Louise Weiss, giornalista, sufragetta, femminisca, viaggiatrice e grande oppositrice dell’ascesa al potere di Hitler (cosa che le causo’ non pochi problemi).
Se vi interessasse la storia della sua vita non avete che da chiedere e avrei un grande piacere a parlarvi di lei in quanto credo sia uno dei miei personaggi storici preferiti …
La conosco solo da due giorni ma tra l’esposizione e le letture di questa notte sono proprio diventate una fan sfegatata di questa intelligentissima donna.

Tra aneddoti, fatti storici e mercatini ci siamo un po persi e questo post sta diventando lunghissimo…

Per cui vi raccontero’ solo un’ultima cosa prima di passare alla ricetta dei tipici biscottini di Pain d’Epice. Siamo comunque su un blog di cucina e dovrei cercare di non dimenticarmelo,no? Che poi magari ve ne andate via se non trovate la ricetta.

Quindi ultima cosa da dirvi è che questo week end lo abbiamo fatto in camper.
E, per chi non lo sapesse questo camper è ancora un vecchio vecchio modello ,iper funzionale e meraviglioso ma che prevede cucina e riscaldamento a gas, cosa che a quento pare sui nuovi modelli non è più cosi, va a sapere perché.

In ogni caso il mio ragazzo ed io, facendo prova di cattiva memeoria ed eccessiva fiducia in noi, siamo partiti da Nancy senza controllare il livello del gas (anche perché la spia luminosa ci diceva che la bombola era quasi piena).
Siamo arrivati a strasburgo e abbiamo lasciato il camer in campeggio.
Tutto il venerdi abbiamo girato per la città, e tra il freddo, il vento e gli scrisci di pioggia, una volta tornati al camper sognavamo solo di accendere la stufa metterci al caldo e preparare un cena romanica, a lume di candela.

Di cena avevamo quindi previsto Confit di Anatra e Patate all’Alsaziana, tanto per restare in tema e per chi se lo chiedesse, si, cucino anche in camper come fossi a casa, lo spazio angusto, i due fuochi e tutto il resto non mi spaventano.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (2)

Sta di fatto che non solo non abbiamo cucinato una cippa lippa, ma non abbiamo neanche potuto riscaldarci un poco perché dieci minuti dopo aver acceso il riscaldamento la fiamma si è spenta e ci siamo accorti che la maledetta spia della bombola si sbagliava, e che anche i nostri souvenir erano sbagliati.
In camper non c’era più gas.
Fuori faceva -5°.
Non avevamo la possibilità ne di accendere la stufa, ne di prepararci, non dico la cena calda e romantica prevista, ma nemmeno di scladarci un thé.

Il ridicolo non ha mai ucciso nessuno (3) ma il freddo si!!!

E vi garantisco che mi sentivo come nel film “Into the Wild” . Vedevamo il nostro alito creare nuvolette di vapore bianche, abbiamo cenato con una scatoletta di sgombro che per  non so quale fortuna avevo portato con me, pane in cassetta e formaggio.
A lume di candela si, ma non per essere romantici ma per scaldarci le mani.
Ne rido sopra ma avevamo cosi freddo che abbiamo pensato di fare un fuoco nel campeggio (cosa illegale, illegalissima).
Abbiamo passato la notte sotto un piumino pesante e tutte le coperte che siamo riusciti a trovare, il giorno dopo pensavamo di essere sopravvissuti come quelli che si svegliano per miracolo dopo una notte nella neve. Pensavamo anche di esserne usciti indenni ma ovviamente ci sbagliavamo e ora Cedric è a letto con la febbre e il raffreddore, mentre io vi scrivo con le pastiglie per la gola che mi tengono compagnia.

Ma quanto sarebbe stato noioso questo racconto se non ci fosse stato “L’incidente della Stufa”???

E ora passiamo alla ricetta di questi biscottini, tipici tipici natalizi, leggeri e buonissimi che in Alsazia spopolano!

BIscotti di Pain d’Epice:

INGREDIENTI:

3 tazze di farina
1 cucchiaio da minestra di zenzero
1 cucchiaio da thé di cannella
1 cucchiaino da thé di bicarbonato di sodio alimentare
1/2 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiano di sale
3/4 di tazza di burro sciolto
1 tazza di zucchero di canna
1/2 tazza di melassa (che sinceramente no so dove potreste comprare in Italia, magari ditemelo se lo sapete)
1 uovo

PREPARAZIONE:

Nulla di più facile.
In una ciotola capiente mescolate tutti gli ingredienti solidi.
In un altra mescolate lo zucchero con il burro, ma melassa e l’uovo.
Con lo sbattitore elettrico a bassa velocità o con la vostra frusta iniziate ad incorporare gli ingredienti secchi nella ciotola degli ingredienti… umidi?-non secchi? oggi le parole mi sfuggono, sarà che il freddo mi ha intorpidito il cervello?
Mettete la pasta in frigo per circa un ora e nel mentre preparate due teglie coperte di carta forno.
Dieci minuti prima di infornare scadalte il forno a 190°.
Togliete l’impasto dal frigo, stendetelo perché raggiunga circa i 2/3 cm di spessore e con le vostre formine create gli ometti di pan d’epice oppure gli alberelli o quel che più vi piace.
Infornate per circa 8 minuti.
Disegnate con la glassa la faccina o i bottoni o quel che vi va. (La glassa si fa con un albume e una tazza e mezza di zucchero a velo).

Quasi tutte le grandi costruzioni, palazzi e chiese di Strasburgo sono costruite in pietre rosse. Se sapete perché sarei curiosa di saperlo.
Quando ero alle medie ero stata in gita a Strasburgo e avevamo mangiato nel ristorante qui a sinistra. Il primo palazzo. Souvenirs!
La stazione di Strasburgo, perfetto mix tra antico e moderno.
Una delle vetrate della stazione di Strasburgo.
Stazione di Strasburgo da dentro
Stazione di Strasburgo da fuori
Ogni singola strada, casa o cosa, era addobbata e pronta per Natale, e io sono torntata bambina.
Tutto era meraviglioso!!!